domenica 16 dicembre 2018

Il desiderio di essere come tutti

Titolo: Il desiderio di essere come tutti
Autore: Francesco Piccolo
Editore: Einaudi
Anno: 2013
Stelle: 4 su 5
Pagine: 261
In due parole: l'evoluzione della sinistra nel nostro paese raccontata da chi se ne sentiva parte pur essendo marginale

Dal rapimento Moro fino all'avvento del berlusconismo passando per i funerali di Berlinguer, Piccolo delinea 35 anni di evoluzione della sinistra, mescolando fatti personali, considerazioni politiche e riflessioni esistenziali delinea perfettamente il quadro entro cui ne è maturata la crisi: la progressiva incapacità di essere autenticamente popolare e universale e il suo spezzettarsi in mille correnti e formazioni. Nel passaggio dal compromesso storico alla questione morale, quando il PCI con Berlinguer prima sceglie la responsabilità ma, in conseguenza all'assassinio di Moro, ripiega completamente sui principi, la sinistra (intesa nel suo complesso non solo come dirigenza di partito) perde il contatto con la realtà e nel mantenersi pura si fa per forza di cose estranea. Piccolo (attraverso tra l'altro ricordi personali, film, libri, incontri fortuiti) descrive bene come la presunta purezza di chi si faceva forte dei propri principii (principii tra l'altro che condivido) si tramutasse presto in disprezzo e spocchia. Nel credersi i più puri di tutti non si è certo disposti ad accettare l'impurità di chi a sua volta si crede il più puro, nel credersi sempre e comunque dalla parte della ragione si perde il senso della responsabilità collettiva. Il libro è del 2013, nei 5 anni passati il centrosinistr, dopo aver vinto anche se di stretta misura le politiche, ha cercato di saldare il legame con la maggioranza del paese ma lo ha fatto probabilmente nel modo peggiore: mascherando l'ambizione e l'arroganza di alcuni individui dietro il dovere della responsabilità, rispondendo alle paure e all'insicurezza nello stesso modo della destra, senza essere capace di porre le questioni di principio che l'avevano caratterizzata. Assistiamo così alla dispersione e all'atomizzazione di quello che fu il più grande partito comunista occidentale e, senza ombra di dubbio, il più democratico.