Titolo: Centuria
Autore: Giorgio Manganelli
Editore: Adelphi
Anno: 1995
Curiosità: questa edizione comprende oltre alla centuria originale del 1979, altri venti racconti pubblicati sul Caffè nel 1980, undici inediti e sette racconti scartati.
Stelle: 5 su 5
Pagine: 316
In due parole: centotrentotto piccoli romanzi tra distinti signori, varie signore, draghi, cavalieri, fate e fantasmi
Centuria è una parola latina che oggi indica cento o un centinaio. Originariamente indicava la suddivisione, in base al censo in gruppi di 100 uomini, dei cittadini romani. La centuria di Manganelli è formata da 100 racconti e dentro non ci sono solo uomini, ma donne di ogni età e condizione, draghi, cavalieri, fate, fantasmi, creature più o meno misteriose e anche oggetti e città. Alcuni di questi piccoli romanzi sono a sé stanti, altri hanno temi comuni (quelli dei fantasmi, dei draghi e dei cavalieri), altri ancora formano dei blocchi a sé (come il primo blocco delle centurie pubblicate 1980 tutte sul carcere). Manganelli si era imposto un formato: 65 battute per 32 righe pari ad un massimo di 2.080 caratteri spazi e punteggiatura compresi. Una cornice rigidissima per un'opera assolutamente libera e creativa, alcuni racconti sono straordinari nella loro malinconia, altri surreali e spiazzanti. Quelli sulle città ricordano vagamente "Le città invisibili" di Italo Calvino - che firma la prefazione alla traduzione francese e inserita in questa edizione - che aveva poco prima scritto "Se una notte d'inverno un viaggiatore" un romanzo fatto di dieci incipit diversi, ma se Calvino apre e non conclude lasciando tutte le storie sospese, Manganelli crea dei piccoli universi perfettamente chiusi, fa venire voglia di leggerli ad alta voce con toni sommessi o declamatori a seconda dell'umore. Consigliato.