Autrice: Nona Fernández
Editore: gran vía
Anno: 2018 (edizione originale 2016)
Traduttore: Carlo Alberto Montalto
Stelle: 5 su 5
Pagine: 213
In due parole: l'eredità delle torture e delle sparizioni forzate della dittatura nel Cile di oggi
Nona Fernández è un'attrice, autrice e sceneggiatrice cilena. In questo libro, bello ma doloroso, prende le mosse dal montaggio di un documentario di cui si sta occupando, in particolare dalle scene che vedono intervistato Andrés Antonio Valenzuela Morales, un torturatore del regime che aveva raccontato a Mónica González Mujicad, giornalista di Cauce, i retroscena delle sparizioni forzate per poi fuggire e rifugiarsi in Francia. A cavallo tra cronaca, autofiction e invenzione letteraria, Fernández ci porta - tra disgressione, riflessioni, fatti realmente accuditi ed altri immaginati - negli anni oscuri della dittatura di Augusto Pinochet, ma anche nel presente del Cile che ha affrontato e continua ad affrontare una tragedia di proporzioni mostruose. E' un libro sul dolore della perdita, sul buio che circonda gli ultimi giorni di chi è scomparso, sulla difficile eredità che chi viene dopo deve raccogliere, sulle difficoltà di una riconciliazione che a volte sembra impossibile, sui pericoli di trasformare il ricordo e la memoria in retorica, sul dovere di non dimenticare.