Libri letti
- NW, Zadie Smith
- Tre uomini in barca, Jerome K. Jerome
- Il topo e la montagna, Antonio Gramsci
- La regina scalza, Ildefonso Falcones
- Il silenzio dei vivi, Elisa Springer
- Preferirei di no, Giorgio Boatti
- Il topo e la montagna, Antonio Gramsci
- Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
- Il palazzo delle pulci, Elif Shafak
- Preferirei di no, Giorgio Boatti
- L'incantantrice di Firenze, Salman Rushdie
- Il silenzio dei vivi, Elisa Springer
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- Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
Ho proseguito con un classico: Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome. Uno dei libri più divertenti che abbia mai letto. La trama è semplice, tre amici fannulloni e scansafatiche più il cane di uno di loro (che poi sarebbe il narratore, non il cane dico, l'amico proprietario del cane è il narratore) viaggiano per alcuni giorni sul Tamigi con una barca a remi. Sono tre tipi assurdi ma divertenti, a patto certo di non viaggiare in barca con loro. Ve lo consiglio, non è per niente datato anche se il Tamigi fluviale di cui parla non esiste praticamente più. Questo passaggio poi l'ho adorato, sostituite automobile a barca, funziona ancora:
Non so perché debba essere così, ma tutti sono sempre straordinariamente irritabili, sul fiume. Piccolo intralci, dei quali sulla terraferma nemmeno ti accorgi, ti rendono quasi pazzo di rabbia allorché si determinano sull'acqua. Quando Harris o George si comportano come somari sulla terraferma, io mi limito a un sorriso indulgente; quando si comportano da testoni sul fiume, mi avvalgo con loro di un linguaggio che fa gelare il sangue nelle vene. E se un'altra barca mi ostacola, provo il vivo desiderio di afferrare un remo e di uccidere tutte le persone a bordo.Per la sfida a tema: bambini ho letto Il topo e la montagna di Antonio Gramsci. Tratta da una delle lettere inviate dal carcere, è un piccola favoletta che Gramsci scrisse alla moglie per farla raccontare ai figli Delio e Giuliano. La golosità di un topo per il latte mette in moto un circolo virtuoso che salva l'ambiente; bella e belli i disegni di Marco Lorenzetti.
Le persone che sulla terraferma hanno il più mite dei temperamenti diventano violente e assetate di sangue quando si trovano in barca. Andai una volta in barca con una giovane signora. Aveva per natura il carattere più soave e più gentile che si possa immaginare, ma sul fiume era spaventoso udirla.
«Oh, all'inferno quell'uomo!» esclamava, quando qualche sfortunato rematore finiva sulla nostra rotta. «Perché non guarda dove sta andando?» e ancora «Oh, il diavolo se lo porti, questo stupido aggeggio!» esclamava indignata, quando la vela non voleva saperne di salire come si deve sull'albero.
L'afferrava e la scuoteva molto brutalmente.
Eppure, come ho detto, a terra era una creatura amabile e raffinata.
L'aria del fiume ha un effetto demoralizzante sul temperamento delle persone, ed è questo, suppongo a far si che persino i barcaioli delle chiatte siano talora villani gli uni con gli altri e ricorrano a espressioni delle quali, senza alcun dubbio, una volta ritrovata la calma, si pentono.
Dopo averlo conoscituo con una sfida ho deciso di prendere un altro libro di Ildefonso Falcones, il suo secondo che si intitola La regina scalza. Gradevole tutto sommato ma meno riuscito de La cattedrale del mare. Qui la storia ruota intorno a tre personaggi: Caridad ex-schiava, Melchor gitano che l'aiuta, Milagros nipote di lui. Sullo sfondo le persecuzioni dei gitani cominciate nel 1749 in Spagna.
Per la sfida e-book ho preso in prestito da Bibliotu Il silenzio dei vivi di Elisa Springer. Questa donna ammirevole ha aspettato 50 anni prima di raccontare la persecuzione, la perdita della maggior parte delle speranza e dei sogni, la fuga che da Vienna l'ha portata a Milano da dove poi è stata catturata e deportata. Ha avuto coraggio, ha deciso di vivere, di non arrendersi ma non ha dimenticato, non potrà mai farlo. Un racconto intenso, nulla di eccezionale da un punto di vista letterario ma indimenticabile nel suo valore di testimonianza.
L'ho intravisto sugli scaffali della biblioteca in cui vado e mi è venuta voglia di prenderlo (complice il libro della Springer), sto parlando di Preferirei di no di Giorgio Boatti. Nel 1931 il regime fascista impose ai professori delle università italiane di giurare fedeltà al regime stesso. Su oltre 1.200 professori solo in 12 rifiutarono, rinunciando non solo alla cattedra ma al prestigio, agli incarichi di ricerca e non ricoperti, a consulenze, interessi, partecipazioni, viaggi e quanto altro. Per alcuni significò stravolgere la propria vita, per altri fu l'ennesimo soppruso, per tutti fu una scelta pressoché obbligata. Boatti ce li racconta nel loro contesto e nella loro vita.
Libri letti: 6
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