venerdì 11 aprile 2014

Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo...

E' stato un marzo con un tempo particolarmente bello, temperature decisamente tardo primaverili e infatti anche i miei bulbi sono fioriti (come fanno visto che non gli faccio praticamente nulla resta un mistero, però sono belli da vedere). E' stato anche un marzo impegnativo dal punto di vista elettorale, ho contribuito alla raccolta delle firme per poter presentare alle europee la lista L'altra Europa con Tispras - http://www.listatsipras.eu/ - nata a seguito di un appello di personalità varie, raccoglie i partiti di sinistra (SEL, Rifondazione, Comunisti Italiani) e vari movimenti. I candidati se saranno eletti voteranno per Alexis Tsipras per la presidenza della Commissione Europea. Le firme dovevano essere 150.000, ne sono state raccolte oltre 220.000, una bella soddisfazione anche perché non era facile. Inutile dirvi che questo numero di firme è stato richiesto solo a questa lista, per tutte quelle che hanno già una rappresentanza nel parlamento non è stato necessario raccogliere nulla. Perdonate questo spot elettorale ma ci voleva e speriamo che la lista vada bene. Veniamo ora alle mie letture.

Libri letti
  • NW, Zadie Smith
  • Tre uomini in barca, Jerome K. Jerome
  • Il topo e la montagna, Antonio Gramsci
  • La regina scalza, Ildefonso Falcones
  • Il silenzio dei vivi, Elisa Springer
  • Preferirei di no, Giorgio Boatti
Libri presi in prestito
  • Il topo e la montagna, Antonio Gramsci
  • Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
  • Il palazzo delle pulci, Elif Shafak
  • Preferirei di no, Giorgio Boatti
  • L'incantantrice di Firenze, Salman Rushdie
  • Il silenzio dei vivi, Elisa Springer
Libri scaricati
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Libri comprati
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Libri regalati
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Libri in lettura
  • Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
Il primo libro di marzo è NW di Zadie Smith. Nel quadrate N-W di Londra (cioè quadrante nord-ovest che è lo stesso quadrante in cui abito io qui a Roma) si intrecciano e si incontrano le vite di quattro persone: Leah, Felix, Natalie (all'inizio Keisha) e Nathan. Parla di riscatto, di avanzamento sociale, di opportunità colte e mancate, di maternità, di relazioni familiari e sentimentali, di fallimento e di successo. Lo stile è denso, variegato, dialoghi, flussi di coscienza, diario, cronaca... Londra è un posto tremendo se nasci nella parte sbagliata della città, mi chiedo se anche qui da noi le differenze sociali e culturali sono così marcate e devastanti. Un libro magnifico, intenso, che rileggerò sicuramente.

Ho proseguito con un classico: Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome. Uno dei libri più divertenti che abbia mai letto. La trama è semplice, tre amici fannulloni e scansafatiche più il cane di uno di loro (che poi sarebbe il narratore, non il cane dico, l'amico proprietario del cane è il narratore) viaggiano per alcuni giorni sul Tamigi con una barca a remi. Sono tre tipi assurdi ma divertenti, a patto certo di non viaggiare in barca con loro. Ve lo consiglio, non è per niente datato anche se il Tamigi fluviale di cui parla non esiste praticamente più. Questo passaggio poi l'ho adorato, sostituite automobile a barca, funziona ancora:
Non so perché debba essere così, ma tutti sono sempre straordinariamente irritabili, sul fiume. Piccolo intralci, dei quali sulla terraferma nemmeno ti accorgi, ti rendono quasi pazzo di rabbia allorché si determinano sull'acqua. Quando Harris o George si comportano come somari sulla terraferma, io mi limito a un sorriso indulgente; quando si comportano da testoni sul fiume, mi avvalgo con loro di un linguaggio che fa gelare il sangue nelle vene. E se un'altra barca mi ostacola, provo il vivo desiderio di afferrare un remo e di uccidere tutte le persone a bordo.
Le persone che sulla terraferma hanno il più mite dei temperamenti diventano violente e assetate di sangue quando si trovano in barca. Andai una volta in barca con una giovane signora. Aveva per natura il carattere più soave e più gentile che si possa immaginare, ma sul fiume era spaventoso udirla.
«Oh, all'inferno quell'uomo!» esclamava, quando qualche sfortunato rematore finiva sulla nostra rotta. «Perché non guarda dove sta andando?» e ancora «Oh, il diavolo se lo porti, questo stupido aggeggio!» esclamava indignata, quando la vela non voleva saperne di salire come si deve sull'albero.
L'afferrava e la scuoteva molto brutalmente.
Eppure, come ho detto, a terra era una creatura amabile e raffinata.
L'aria del fiume ha un effetto demoralizzante sul temperamento delle persone, ed è questo, suppongo a far si che persino i barcaioli delle chiatte siano talora villani gli uni con gli altri e ricorrano a espressioni delle quali, senza alcun dubbio, una volta ritrovata la calma, si pentono.
Per la sfida a tema: bambini ho letto Il topo e la montagna di Antonio Gramsci. Tratta da una delle lettere inviate dal carcere, è un piccola favoletta che Gramsci scrisse alla moglie per farla raccontare ai figli Delio e Giuliano. La golosità di un topo per il latte mette in moto un circolo virtuoso che salva l'ambiente; bella e belli i disegni di Marco Lorenzetti.

Dopo averlo conoscituo con una sfida ho deciso di prendere un altro libro di Ildefonso Falcones, il suo secondo che si intitola La regina scalza. Gradevole tutto sommato ma meno riuscito de La cattedrale del mare. Qui la storia ruota intorno a tre personaggi: Caridad ex-schiava, Melchor gitano che l'aiuta, Milagros nipote di lui. Sullo sfondo le persecuzioni dei gitani cominciate nel 1749 in Spagna.

Per la sfida e-book ho preso in prestito da Bibliotu Il silenzio dei vivi di Elisa Springer. Questa donna ammirevole ha aspettato 50 anni prima di raccontare la persecuzione, la perdita della maggior parte delle speranza e dei sogni, la fuga che da Vienna l'ha portata a Milano da dove poi è stata catturata e deportata. Ha avuto coraggio, ha deciso di vivere, di non arrendersi ma non ha dimenticato, non potrà mai farlo. Un racconto intenso, nulla di eccezionale da un punto di vista letterario ma indimenticabile nel suo valore di testimonianza.

L'ho intravisto sugli scaffali della biblioteca in cui vado e mi è venuta voglia di prenderlo (complice il libro della Springer), sto parlando di Preferirei di no di Giorgio Boatti. Nel 1931 il regime fascista impose ai professori delle università italiane di giurare fedeltà al regime stesso. Su oltre 1.200 professori solo in 12 rifiutarono, rinunciando non solo alla cattedra ma al prestigio, agli incarichi di ricerca e non ricoperti, a consulenze, interessi, partecipazioni, viaggi e quanto altro. Per alcuni significò  stravolgere la propria vita, per altri fu l'ennesimo soppruso, per tutti fu una scelta pressoché obbligata. Boatti ce li racconta nel loro contesto e nella loro vita.

Libri letti: 6
Pagine sfogliate: 1.624
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