Per la verità ho parecchi pensieri, per la maggior parte però non riguardano i libri e sono piuttosto personali, quindi sarà il caso di passare oltre.
Libri letti
- Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
- Il palazzo delle pulci, Elif Shafak
- L'incantantrice di Firenze, Salman Rushdie
- Non si muore tutte le mattine, Vinicio Capossela
- L'incantatrice di Firenze, Salman Rushdie
- Non si muore tutte le mattine, Vinicio Capossela
- Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
- Felicità, Katherin Mansfield
- L'arte della gioia, Goliarda Sapienza
- Il taccuino di Bento, John Berger
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- Chi ti credi di essere, Alice Munro
- Expo 58, Jonathan Coe
- Un covo di vipere, Andrea Camilleri
- La moglie, Jhumpa Lahiri
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- Arcipelago Gulag, Aleksandr Isaevič Solženicyn
Il libro migliore tra quelli letti questo mese è Il palazzo delle pulci di Elif Shafak [sfida solo donna]. Un palazzo di Istanbul assediato dalla spazzatura e invaso dagli insetti; i suoi inquilini, ognuno con una storia sua propria e la sua dose di caso e di fortuna. Invenzione dentro invenzione, il romanzo è ricco di sapori, di colori e di odori. Meravigliosa narratrice Elif Shafak, attenti però questa non è una cartolina, né una guida, né una raccolta etnografica, è più una sorta di Le mille e una notte, le storie degli abitanti di Palazzo Bonbon si intrecciano tra di loro ma senza arrivare a conclusioni di sorta.
Anche L'incantantrice di Firenze di Salman Rushdie mi è piaciuto. Un uomo, un affascinante imbroglione viaggia da Firenze all'India per raccontare una storia del passato alla corte del grande Akbar. La narrazione confonde e sovrappone storia, fatti, leggende. Il risultato è un affresco affascinante pieno di sorprese e di magia e la considerazione che in fondo nessun popolo ha la saggezza, e che forse il problema degli essere umani non è che siano così diversi ma che siano così uguali.
Decisamente deludente Non si muore tutte le mattine di Vinicio Capossela [sfida a tema: canto]: anche meno, mi è venuto da dire, leggendo tutto questo raccontare. Lo sa anche Capossela che infatti ne parla come di un libro da prendere a peso, a pezzi, a pagine ma comunque non funziona mai del tutto. E' troppo raffozzanato, confuso, incero, qualche bel passaggio certo ma non basta. Ci sono tutte le sue ossessioni: i Balcani, Istanbul, il rebetiko, emarginati di varia umanità. Quello che a me è restato però è un senso di incompiutezza e un vago senso di noia, peccato.
Mi sono risollevata grazie a Il taccuino di Bento di John Berger: una riflessione sul disegnare, sullo scrivere e sul filosofare. Bello.
Libri letti: 5
Pagine sfogliate: 1.933
Stelle assegnate: 19 (media 3,8)