Libri letti
- Il signore degli anelli, J. R. R. Tolkien
- Per grazia ricevuta, Valeria Parrella
- I falò dell'autunno, Irène Némirovsky
- Lo Hobbit, J. R. R. Tolkien
- Quando lei era buona, Philip Roth
- L'uomo che allevava i gatti, Mo Yan
- Expo 58, Jonathan Coe
- Sofia dei presagi, Gioconda Belli
- Il fuoco e la farfalla, Yvonne Vera
- Il racconto dell'isola sconosciuta, José Saramago
- Il gioco di Ripley, Isabel Allende
- Per grazia ricevuta, Valeria Parrella
- I falò dell'autunno, Irène Némirovsky
- Quando lei era buona, Philip Roth
- L'uomo che allevava i gatti, Mo Yan
- Sofia dei presagi, Gioconda Belli
- Il fuoco e la farfalla, Yvonne Vera
- Il racconto dell'isola sconosciuta, José Saramago
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- Il gioco di Ripley, Isabel Allende
- Le cose che sai di me, Clara Sánchez
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- Chi ti credi di essere, Alice Munro
Ho cominciato il mese con Il signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. E' il fantasy per eccellenza, tutti gli altri cercano di imitarlo con più o meno successo, non è che ci sia molto da dire su questo che è considerato giustamente un capolavoro epico. Se non lo avete letto dovreste farlo e no, aver guardato i film non vale.
In biblioteca ho preso I falò dell'autunno di Irène Némirovsky. I due protagonisti Thérèse e Bernard si conoscono fin da piccoli, la loro vita sarà segnata dalla grande guerra: lei diverrà vedova giovanissima di un uomo rispettato ma non amato, lui perderà innocenza e ideali. Si rivedono, lei si innamora, lui anche forse e si sposano, ma Bernard è troppo attratto da lusso, dal denaro, dalle altre donne per capire il valore del tipo di vita e di amore che Thérèse è in grado di dargli. La seconda guerra mondiale (o meglio i suoi inizi, il romanzo si ferma al 1941) li vedrà alla fine uniti ma a prezzo di un grande dolore. E' un romanzo cupo, triste, pieno di cattivi presagi, severo nel giudizio verso una certa spregiudicatezza che vuole sia tutto permesso quando si tratta di soldi e di piacere. Ma Némirovsky non è più indulgente con la borghesia del senso del dovere e del decoro, ama però i suoi protagonisti, giovani all'inizio e poi invecchiati, carichi di disillusioni e di dispiaceri. Si conferma ancora una volta scrittrice raffinata e acuta.
Sulla scia del Signore degli Anelli ho riletto pure Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien: meno epico e più comico. Magari potreste iniziare da qui se il fantasy vi spaventa.
Sempre in biblioteca ho preso Quando lei era buona di Philip Roth. Sul retro di copertina si legge "Lucy Nelson reagisce alle ferite dell'infanzia con una rabbia ferocemente moralista: il suo desiderio di essere «buona», anzi di essere la piú buona di tutti, condurrà lei e chi la circonda al disastro", beh non è che sia tanto d'accordo. Non è Lucy a condurre chi la circonda al disastro, semmai è un insieme di concause e ognuno ci mette del suo. E' una ragazza intelligente che si ritrova incastrata in un matrimonio con un idiota per colpa di una gravidanza indesiderata, ha un padre alcolista che disprezza, una madre assente, il nonno paterno è un uomo buono, forse troppo, la nonna materna è appena accennata ma forse è lei la più simile a Lucy. Lucy è appunto ferocemente determinata a non essere come sua madre, è conscia del suo valore, è intelligente, acuta ma vive anche in una cittadina USA, in un ambiente borghese e conformista (è ambientato nella metà degli anni 60), nel suo sforzarsi di comportarsi bene (cioè non come i genitori) vede sparire però tutti i suoi sogni e ambizioni. E' una donna fragile e forte insieme, sa di dover fare conto solo ed esclusivamente su sé stessa, ha un grande dolore dentro e la sua morte è in fondo la conseguenza di questo grande dolore. Faccio il tifo per lei, anche se è un personaggio di fantasia mi piace pensare che se non avesse dovuto sposarsi sarebbe diventata una donna eccezionale.
Per la sfida dei premi Nobel ho preso L'uomo che allevava i gatti di Mo Yan (premio Nobel 2012). È una Cina rurale e arretrata quella descritta in questi racconti, in bilico tra i miti di progresso e modernità della rivoluzione culturale e uno sguardo sul mondo intriso di realismo magico. Il contrasto tra la politica del figlio unico e la preferenza per i figli maschi ha risvolti drammatici, la povertà e l'aspirazione ad elevarsi socialmente crea un corto circuito, sono racconti assai malinconici da un paese che fa ancora fatica a conciliare le sue contraddizioni.
Avevo sul comodino da un po' Expo 58 di Jonathan Coe e mi sono finalmente decisa a leggerlo. La cosa più divertente del libro sono la coppia di spie che "abboccano" il protagonista: un duo comico dai tempi perfetti, sembrano due paciocconi e invece sono senza scrupoli. A seguire l'incosapevolezza del protagonista, sa di essere coinvolto in un gioco di spie ma non capisce niente comunque. Il protagonista è in generale piuttosto ingenuo e scarsamente acuto, non è un idiota, piuttosto uno che non sa guardare né capire cosa ha dentro. Tutto sommato un bel romanzo, mi sento di consigliarvelo.
Come sapete partecipo alla sfida solo donne, sfida che prevede la lettura di 20 scrittici divise tra i cinque continenti. Con agosto ho chiuso l'America e dimezzato l'Africa, sono le prossime tre di cui vi sto per raccontare.
La prima è Gioconda Belli (Nicaragua) con Sofia dei presagi. Sofia è stata perduta dai genitori quando era molto piccola, l'abbandono le lascia una ferita profonda che fatica a rimarginarsi, il suo essere diversa (donna, gitana, volitiva e indipendente) non l'aiuta a farsi accettare nel piccolo paese in cui vive anche se non le mancano gli amici né i soldi (per fortuna). Attraverso la comunione con la terra, la natura, la magia bianca riesce comunque a diventare la donna forte e autonoma che si intuisce fin dal prime pagine, riesce a perdonare i genitori e finalmente può davvero accogliere l'amore.
La seconda è Yvonne Vera (Zimbabwe) con Il fuoco e la farfalla. Immaginifico e poetico ma anche straziante nella tragedia che lo conclude, questo magnifico romanzo racconta la storia di una giovane donna che paga amaramente il contrasto tra il suo bisogno d'amore e la sua volontà di affermarsi, affrancarsi e di essere sé stessa. Ambientato in Zimbwawe nel 1948 racconta un mondo povero ed emarginato, ma affatto sottomesso od umile, i personaggi sono pieni d'orgoglio pure nel loro essere portatori di tragedie e lutti. Mi ha affascinato non solo la storia ma anche la prosa, lirica ed evocatrice.
Prima dell'ultima scrittrice ho fatto un piccolo intervallo con Il racconto dell'isola sconosciuta di José Saramago: breve anzi brevissimo racconto, gradevole e veloce.
Terza e ultima Isabel Allende (Cile) con Il gioco di Ripley. Senza infamia e senza lode come si suol dire. Thriller onesto e senza grossi scossoni, si capisce abbastanza presto chi è il killer, un po' pedante nella descrizione dei personaggi e di alcuni episodi (servono a dare spessore psicologico presumo ma appunto non rende il racconto più emozionante o coinvolgente), si fa leggere come si beve un bicchiere di acqua, va giù senza problemi ma vuoi mettere un bicchiere di un buon vino rosso, aromatico e strutturato?
Libri letti: 11
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Stelle assegnate: 44 (media 4)