domenica 31 agosto 2014

Il film che si amano

La mia TV è morta. Niente di grave a dire il vero, non è che la tenessi accesa molto, in ogni modo il trapasso mi ha costretto a rivedere tutte le mie abitudini in fatto di consumo di media. Come era ovvio ho aumentato le ore di lettura e in più ho scoperto svariati canali di streaming. Già li usavo per vedere le serie sottotitolate: Breaking Bad (magnifico), The Americans e ultimamente The Leftovers; ma ora li uso anche per riguardare un po' di film che, pur piacendomi molto, di solito guardo se per caso li passano su qualche canale TV (con tutte le scomodità possibili di orario e di interruzioni pubblicitarie quindi). In particolare ho rivisto (o sto per rivedere) questi film: Shopgirl, Il club di Jane Austen ed Elizabethtown. Non sono tre capolavori, sono tre commedie sentimentali come le sanno fare ad Hollywood, i primi due sono tratti da libri che io non ho letto, sono passati praticamente innosservati, non mi ricordo affatto di quando sono usciti al cinema e infatti li ho visti solo in TV, il giudizio critico è sulle 3 stelle, 3 e mezzo (niente di che quindi) eppure a me questi tre film piacciono un sacco. Ci ho pensato un po' su, come mai mi piacciono così tanto? Che ci trovo in queste storie romantiche anche se non troppo sdolcinate? E' l'influenza del mito del principe azzurro che tutte noi ci portiamo dietro da quando eravamo piccole? Forse sì o forse no, a me piacciono soprattutto perché ad un certo punto i protagonisti dicono delle frasi che anche a me sarebbe piaciuto tanto sentirmi dire o dirle io stessa. La cosa non si è verificata, pazienza e passiamo finalmente ai libri che ho letto questo mese.

Libri letti
  • Il signore degli anelli, J. R. R. Tolkien
  • Per grazia ricevuta, Valeria Parrella
  • I falò dell'autunno, Irène Némirovsky
  • Lo Hobbit, J. R. R. Tolkien
  • Quando lei era buona, Philip Roth
  • L'uomo che allevava i gatti, Mo Yan
  • Expo 58, Jonathan Coe
  • Sofia dei presagi, Gioconda Belli
  • Il fuoco e la farfalla, Yvonne Vera
  • Il racconto dell'isola sconosciuta, José Saramago
  • Il gioco di Ripley, Isabel Allende
Libri presi in prestito
  • Per grazia ricevuta, Valeria Parrella
  • I falò dell'autunno, Irène Némirovsky
  • Quando lei era buona, Philip Roth
  • L'uomo che allevava i gatti, Mo Yan
  • Sofia dei presagi, Gioconda Belli
  • Il fuoco e la farfalla, Yvonne Vera
  • Il racconto dell'isola sconosciuta, José Saramago
Libri scaricati
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Libri comprati
  • Il gioco di Ripley, Isabel Allende
  • Le cose che sai di me, Clara Sánchez
Libri regalati
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Libri in lettura
  • Chi ti credi di essere, Alice Munro
Le vacanze e la decisione di non andare fuori mi hanno portato a leggere molto più del solito (sai che novità diranno i miei piccoli lettori, ma io devo trovare una giustificazione a questa mole di pagine che non sia la mia drammatica e consolidata zitellagine). A parte qualche giornata di mare, serate di svago e visite ai musei ho passato circa il 90% delle ferie a leggere (insomma ho una vita ecco).

Ho cominciato il mese con Il signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. E' il fantasy per eccellenza, tutti gli altri cercano di imitarlo con più o meno successo, non è che ci sia molto da dire su questo che è considerato giustamente un capolavoro epico. Se non lo avete letto dovreste farlo e no, aver guardato i film non vale.

In biblioteca ho preso I falò dell'autunno di Irène Némirovsky. I due protagonisti Thérèse e Bernard si conoscono fin da piccoli, la loro vita sarà segnata dalla grande guerra: lei diverrà vedova giovanissima di un uomo rispettato ma non amato, lui perderà innocenza e ideali. Si rivedono, lei si innamora, lui anche forse e si sposano, ma Bernard è troppo attratto da lusso, dal denaro, dalle altre donne per capire il valore del tipo di vita e di amore che Thérèse è in grado di dargli. La seconda guerra mondiale (o meglio i suoi inizi, il romanzo si ferma al 1941) li vedrà alla fine uniti ma a prezzo di un grande dolore. E' un romanzo cupo, triste, pieno di cattivi presagi, severo nel giudizio verso una certa spregiudicatezza che vuole sia tutto permesso quando si tratta di soldi e di piacere. Ma Némirovsky non è più indulgente con la borghesia del senso del dovere e del decoro, ama però i suoi protagonisti, giovani all'inizio e poi invecchiati, carichi di disillusioni e di dispiaceri. Si conferma ancora una volta scrittrice raffinata e acuta.

Sulla scia del Signore degli Anelli ho riletto pure Lo Hobbit di J. R. R. Tolkien: meno epico e più comico. Magari potreste iniziare da qui se il fantasy vi spaventa.

Sempre in biblioteca ho preso Quando lei era buona di Philip Roth. Sul retro di copertina si legge "Lucy Nelson reagisce alle ferite dell'infanzia con una rabbia ferocemente moralista: il suo desiderio di essere «buona», anzi di essere la piú buona di tutti, condurrà lei e chi la circonda al disastro", beh non è che sia tanto d'accordo. Non è Lucy a condurre chi la circonda al disastro, semmai è un insieme di concause e ognuno ci mette del suo. E' una ragazza intelligente che si ritrova incastrata in un matrimonio con un idiota per colpa di una gravidanza indesiderata, ha un padre alcolista che disprezza, una madre assente, il nonno paterno è un uomo buono, forse troppo, la nonna materna è appena accennata ma forse è lei la più simile a Lucy. Lucy è appunto ferocemente determinata a non essere come sua madre, è conscia del suo valore, è intelligente, acuta ma vive anche in una cittadina USA, in un ambiente borghese e conformista (è ambientato nella metà degli anni 60), nel suo sforzarsi di comportarsi bene (cioè non come i genitori) vede sparire però tutti i suoi sogni e ambizioni. E' una donna fragile e forte insieme, sa di dover fare conto solo ed esclusivamente su sé stessa, ha un grande dolore dentro e la sua morte è in fondo la conseguenza di questo grande dolore. Faccio il tifo per lei, anche se è un personaggio di fantasia mi piace pensare che se non avesse dovuto sposarsi sarebbe diventata una donna eccezionale.

Per la sfida dei premi Nobel ho preso L'uomo che allevava i gatti di Mo Yan (premio Nobel 2012). È una Cina rurale e arretrata quella descritta in questi racconti, in bilico tra i miti di progresso e modernità della rivoluzione culturale e uno sguardo sul mondo intriso di realismo magico. Il contrasto tra la politica del figlio unico e la preferenza per i figli maschi ha risvolti drammatici, la povertà e l'aspirazione ad elevarsi socialmente crea un corto circuito, sono racconti assai malinconici da un paese che fa ancora fatica a conciliare le sue contraddizioni.

Avevo sul comodino da un po' Expo 58 di Jonathan Coe e mi sono finalmente decisa a leggerlo. La cosa più divertente del libro sono la coppia di spie che "abboccano" il protagonista: un duo comico dai tempi perfetti, sembrano due paciocconi e invece sono senza scrupoli. A seguire l'incosapevolezza del protagonista, sa di essere coinvolto in un gioco di spie ma non capisce niente comunque. Il protagonista è in generale piuttosto ingenuo e scarsamente acuto, non è un idiota, piuttosto uno che non sa guardare né capire cosa ha dentro. Tutto sommato un bel romanzo, mi sento di consigliarvelo.

Come sapete partecipo alla sfida solo donne, sfida che prevede la lettura di 20 scrittici divise tra i cinque continenti. Con agosto ho chiuso l'America  e dimezzato l'Africa, sono le prossime tre di cui vi sto per raccontare.

La prima è Gioconda Belli (Nicaragua) con Sofia dei presagi. Sofia è stata perduta dai genitori quando era molto piccola, l'abbandono le lascia una ferita profonda che fatica a rimarginarsi, il suo essere diversa (donna, gitana, volitiva e indipendente) non l'aiuta a farsi accettare nel piccolo paese in cui vive anche se non le mancano gli amici né i soldi (per fortuna). Attraverso la comunione con la terra, la natura, la magia bianca riesce comunque a diventare la donna forte e autonoma che si intuisce fin dal prime pagine, riesce a perdonare i genitori e finalmente può davvero accogliere l'amore.

La seconda è Yvonne Vera (Zimbabwe) con Il fuoco e la farfalla. Immaginifico e poetico ma anche straziante nella tragedia che lo conclude, questo magnifico romanzo racconta la storia di una giovane donna che paga amaramente il contrasto tra il suo bisogno d'amore e la sua volontà di affermarsi, affrancarsi e di essere sé stessa. Ambientato in Zimbwawe nel 1948 racconta un mondo povero ed emarginato, ma affatto sottomesso od umile, i personaggi sono pieni d'orgoglio pure nel loro essere portatori di tragedie e lutti. Mi ha affascinato non solo la storia ma anche la prosa, lirica ed evocatrice.

Prima dell'ultima scrittrice ho fatto un piccolo intervallo con Il racconto dell'isola sconosciuta di José Saramago: breve anzi brevissimo racconto, gradevole e veloce.

Terza e ultima Isabel Allende (Cile) con Il gioco di Ripley. Senza infamia e senza lode come si suol dire. Thriller onesto e senza grossi scossoni, si capisce abbastanza presto chi è il killer, un po' pedante nella descrizione dei personaggi e di alcuni episodi (servono a dare spessore psicologico presumo ma appunto non rende il racconto più emozionante o coinvolgente), si fa leggere come si beve un bicchiere di acqua, va giù senza problemi ma vuoi mettere un bicchiere di un buon vino rosso, aromatico e strutturato?

Libri letti: 11
Pagine sfogliate: 3.791
Stelle assegnate: 44 (media 4)