mercoledì 20 novembre 2019

Proletkult

Titolo: Proletkult
Autore: Wu Ming
Editore: Einaudi
Anno: 2018
Stelle: 3 su 5
Pagine: 333
In due parole: nel decennale della Rivoluzione passato e presente, realtà e fantasia si mescolano e si intrecciano


Come spesso succede nei romanzi dei Wu Ming personaggi veri e immaginari si mescolano, mentre i fatti storici vengono presentati da una prospettiva laterale, con una visione sguincia e poco ortodossa. Siamo in Unione Sovietica, nel decennale della Rivoluzione, qualche anno prima che Stalin cominciasse l'eliminazione sistematica dei propri oppositori ma già ne sono emersi i primi sintomi. Al centro del romanzo troviamo Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, il cui vero cognome era Malinovskij: politico, filosofo, economista, scrittore e medico. Ha fondato una scuola proletaria, ha avuto una accesa polemica con Lenin riguardo l'interpretazione del pensiero marxista, ha scritto un libro di fantascienza "Stella rossa" ambientato su Marte, alla vigilia del decennale dirige un istituto specializzato in trasfusioni di sangue. Muore nel 1928 in seguito ad una trasfusione di sangue realizzata a fini sperimentali. Fin qui i fatti accertati. Poi ci sono i fatti immaginati: il romanzo Stella rossa è in realtà il resoconto di quello che Leonid, un altro rivoluzionario, racconta a Bogdanov. Il pianeta rosso, che nel romanzo di Bodganov è Marte, in realtà si chiama Nacun ed è proprio da lì che una ventina di anni dopo arriva Denni, la figlia che Leonid ha avuto da una nacuniana. Denni è in cerca del padre e per questo arriva da Bogdanov, a cui racconta che Nacun è arrivato al limite delle sue risorse e il pianeta socialista ha bisogno di colonizzare altri mondi, tra cui forse proprio la Terra. Dall'intreccio tra il reale e l'immaginato emergono le contraddizioni della rivoluzione e degli uomini e delle donne che la fecero.