Autore: Davide Conti
Editore: Odradek
Anno: 2016
Curiosità: il libro ha contribuito alla assegnazione a Roma della Medaglia d'Oro al Valor Militare
Stelle: 4 su 5
Pagine: 386
In due parole: i duecentosettantuno giorni di occupazione nazista attraverso le azioni di guerra e sabotaggio messe in atto dalle partigiane e partigiani romani
Dal 9 settembre 1943 (all'indomani dell'armistizio) e fino al 4 giugno 1944 (con l'arrivo delle truppe alleate) Roma fu sotto la feroce occupazione nazista a cui collaboravano le forze fasciste fedeli a Mussolini. Durante i 271 giorni quasi 4.000 partigiane e partigiani compirono centinaia di azioni di guerra e sabotaggio. Nella guerra totale perpetrata da Hitler, la Resistenza non poteva certo strutturarsi come una guerra convenzionale: la clandestinità fu un obbligo, i pericoli corsi tantissimi, le pressioni ricevute dagli alleati continue (Roma era la città in cui si riposavano le truppe impegnate sul fronte di Cassino e a cui facevano capo i rifornimenti). Divisa in otto zone con innumerevoli formazioni facenti capo al Pci, al Psiup e al PdA, Roma fu teatro di una resistenza capillare e continua che vide la collaborazione e la partecipazione della popolazione civile, indispensabile per la riuscita delle azioni. Anche se si tende a ridurre la resistenza romana all'azione di Via Rasella e alla mistificazione della strage delle Fosse Ardeatine (con una disinformazione cominciata immediatamente con il disgustoso articolo dell'Osservatore Romano), essa fu molto di più. I sabotaggi e le azioni di guerra furono moltissimi, quasi altrettante le rappresaglie e le stragi, la resistenza romana inizio immediatamente con la battaglia di Porta San Paolo e sarebbe potuta sfociare nella rivolta della città (come a Napoli) se le paure del governo badogliano e l'ambiguità vaticana non si fossero messe di mezzo. Ciononostante i nove mesi della guerriglia a Roma furono fondamentali e assolutamente necessari, questo libro li ricostruisce e gli restituisce dignità e importanza.