Autrice: Romana Petri
Editore: Neri Pozza
Anno: 2019
Stelle: 3,5 su 5
Pagine: 414
In due parole: una famiglia portoghese specializzata in infelicità e in ipocrisia
Ambientato a Lisbona è la storia di una famiglia che sta ancora elaborando il lutto per la perdita della madre senza riuscire mai a fare i conti con il passato, con gli sgarbi, i rancori e le incomprensioni che succedono sì in ogni famiglia, ma che in questa sono amplificati oltre misura anche perché di cortesie, attenzioni, gesti d'affetto se ne fanno pochi. Il libro prende le mosse dal figlio Vasco che ha una galleria d'arte a Lisbona e man mano conosciamo la sorella più grande, la gemella, il padre, la moglie di lui, lo zio, il nonno e una manciata di avi e ave. L'infelicità di Vasco ha una scossa grazie a Luciana, pittrice italiana, ma la scossa non si propaga al resto della famiglia anche se la sorella più grande Rita supera i propri rancori e ne ricostruisce la storia che però, ammetto, mi resta poco chiara e soprattutto non mi sembra né risolutiva né esplicativa del gusto che questa gente prova nello stare male. Detto questo Petri scrive bene, alcuni passaggi sono veramente belli e alla fine mi ci sono divertita. Insomma se ne avete voglia, fermo restando quello scritto sopra, fateci un pensierino.