Autrice: Marilynne Robinson
Editore: Einaudi
Anno: 2016 (edizione originale 2008)
Traduttrice: Delfina Vezzoli
Stelle: 3,5 su 5
Pagine: 199
In due parole: due sorelle orfane e la lora famiglia tutta al femminile
Romanzo d'esordio della magnifica Marilynne Robinson (ho recensito altro di lei in questo blog, recuperatela) è la storia di due sorelle Ruth e Lucille, quando la loro madre si suicida, si trovano a vivere con la nonna davanti la cui casa erano state lasciate. Quando la nonna muore, vivono per poco tempo con le prozie, fnché non arriva la loro zia Sylvie, la sorella minore della madre e sarà lei a crescerle o, almeno, a provarci. L'orfanità delle due sorelle viene da lontano, anche la madre era orfana di padre e lei con le sorelle si era racchiusa con la loro madre in un mondo a parte. La particolarità della loro condizione si accnetua con l'arrivo della zia, una donna enigmatica, una vagabonda che vive con poco e niente, disinteressata al possesso di qualsivolgia cosa, anche della propria casa. Raccontato in prima persona da Ruth è un romanzo è sia racconto di formazione che racconto di dissoluzione (dei legami familiari, delle radici, dei luoghi e degli edifici). Ruth e Lucille cercano un punto di appoggio che Sylvie non è grado di dare ognuna reagirà in modo diverso: Ruth seguirà l'esempio della zia, mentre Lucille farà esattamente il contrario.