Titolo: Mele bianche
Autore: Jonathan Carrol
Editore: Fazi
Anno: 2003 (edizione originale 2002)
Traduzione: Lucia Olivieri
Stelle: 4 su 5
Pagine: 297
In due parole: storia immaginifica riguardo l'amore, la morte, il caos, dio e l'universo
Io a questo libro ci sono affezionata, lo lessi appena uscito e ora che l'ho riletto mi sembra giusto scriverne la recensione. Primo mi è stato consigliato da un amico carissimo; secondo a me le storie surreali (del genere definito realismo magico) sono sempre piaciute, non ho problemi a sospendere la mia incredulità per farmi affascinare da un racconto; terzo mi piacciono le storie con una solida weltanschauung ma che non sprecano pagine e pagine per spiegarla al lettore. Attenzione che ora faccio un po' di spoiler... la trama in fondo è semplice: un uomo viene riportato indietro dalla morte dalla donna che ama, per poter educare il figlio che sta per nascere a combattere il caos. Eh già... in una frase sola la rivisitazione di un mito greco e di un mito cattolico, un po' pretenzioso forse? Può darsi ma la narrazione è gustosa, Carrol non esagera troppo in derive metafisiche anche se si sente che ci ha pensato su parecchio, alcune parti mi sono piaciute molto (la visione di dio e dell'universo, gli animali come protettori del genere umano) altre un po' lunghe (la battaglia delle pietre tra Isabelle passata e presente per esempio), ma nel complesso la trama tiene fino alla fine e anche il finale aperto ma ottimista.