Titolo:
La ferrovia sotterranea
Autore:
Colson Whitehead
Editore:
Edizioni SUR
Anno: 2017 (edizione originale 2016)
Traduzione:
Martina Testa
Curiosità:
vincitore del Pulitzer e del National Book Award, tra i libri preferiti di Barack Obama
Stelle:
5 su 5
Pagine:
376
In due parole: una fuga dalla schiavitù e dal razzismo tramite una incredibile ferrovia che attraversa il cuore buio degli USA
Georgia, prima metà dell'Ottocento, Cora ha circa 17 anni, una madre che fuggì quando era molto piccola e una nonna che proveniva direttamente dall'Africa. La vita insopportabile della piantagione porterà anche lei alla fuga insieme al suo compagno Caesar. Lungo una incredibile ferrovia sotterranea, costantemente inseguita da un cacciatore di schiavi assunto dal "suo padrone", Cora farà tappa lungo vari stati del sud degli Stati Uniti e nel corso del lungo viaggio che la porterà verso una libertà sempre maggiore, conoscerà orrori indicibili e gli aspetti più intollerabili e disumani della schiavitù.
Colson Whitehead prende un fatto storico - la metaforica ferrovia, una rete di itinerari e rifugi creata dagli abolizionisti, che aiutava gli schiavi fuggiaschi a raggiungere gli stati liberi e il Canada - e lo trasforma in una metafora con cui descrive la realtà di quella parte degli Stati Uniti in cui la schiavitù, la segregazione, l'eliminazione degli afroamericani era sistematica e pianificata. Uomini, donne, bambine, bambini, adolescenti, anziani e anziane la cui vita, dignità, corpo era costantemente alla mercé di qualcun altro che non li vedeva come esseri umani alla pari, ma come merce, proprietà, esseri inferiori... E' una storia orrenda quella che Cora attraversa e nonostante i pericoli, la paura, le umiliazioni, il dolore questa splendida giovane donna resta salda dentro di sè, la sua consapevolezza e il suo desiderio di libertà non viene mai meno.E' un libro magnifico.