sabato 12 giugno 2021

La Q di Qomplotto

Titolo: La Q di Qomplotto
Autore: Wu Ming 1
Editore: Alegre
Anno: 2021
Curiosità: su GIAP trovate tutti gli articoli dedicati al libro, vi raccomando in particolare le puntate del podcast
Stelle: 5 su 5
Pagine: 591
In due parole: la genesi e la dinamica evolutiva della fantasia di complotto conosciuta com QAnon, illuminante

QAnon è probabilmente nato come una burla ai danni della destra statunitense, ben presto è sfuggito di mano ai suoi creatori (o creatrice o creatore), sfruttata a fini economici da vari attori della alt-right fino a diventare una creatura dotata di vita propria, una sorta di entità catalizzatrice delle ipotesi più disparate ed assurde. Wu Ming 1 cominciò a scriverne già nel 2018 e in questo libro, denso ed estremamente interessante, ne ripercorre la storia con un approccio che non sminuisce il fenomeno ma lo problematicizza e lo ampia. Il presupposto di Wu Ming 1 è che le teorie del complotto (o meglio le fantasie come giustamente le chiama) siano una risposta sovradimensionata alle angosce e incertezze del mondo, una fantasia nasce quando si affronta in modo nevrotico l'ingiustizia economica e sociale, la crisi climatica, la crisi migratoria, eccetera eccetera. La complessità di questi fenomeni porta ad una sensazione di impotenza, il burnout cognitivo che ne deriva ci porta ad immaginare un complotto, piuttosto che riconoscere la tossicità del sistema preferiamo pensare che ci sia un responsabile o dei responsabili da poter fermare. Già perché se il sistema è impossibile da cambiare, fermare una persona è molto più facile. Perciò costruiamo un mito o una favola, per l'illusione di avere tutto sotto controllo. E' sempre successo e infatti nel libro trovate svariati esempi, ma quello che è cambiato ora è il contributo dei social network, i quali con la loro capacità di diffondere e far crescere narrazioni tossiche di varia natura, fanno da catalizzatori e da cassa di risonanza (salvo poi correre ai ripari in maniera piuttosto ipocrita). Il libro è diviso in una prima parte in cui Wu Ming 1 ripercorre l'inchiesta che lo ha portato al libro, mentre nella seconda parte grazie ad un sogno ispirato da Il pendolo di Foucalt di Umberto Eco ricolloca il tutto in una prospettiva ancora più ampia, perché tutte e tutti rischiamo di diventare vittime di queste narrazioni o peggio contribuirci, come la storia di Marco Dimitri e non solo dimostra. La cosa che mi è piaciuta di più è che Wu Ming 1 riconosce l'angoscia leggittima che vive chi si lascia irretire da queste fantasie, il problema non è la domanda che pongono ma la riposta che trovano, risposta che non fa che rafforzare il sistema che ha reso inevitabile la domanda, creando un circolo vizioso che si autoalimenta all'infinito. Nel sottolineare le responsabilità dei social network - che per ragioni puramente economiche hanno lasciato e fanno proliferare le narrazioni tossiche alla base di queste fantasie - non invoca l'insopportabile blastaggio alla Burioni e non pensa basti il debunking vista la forza dei bias cognitivi alle base di QAnon e complottismi simili. Serve piuttosto un altro mondo.