sabato 26 dicembre 2020

Primavera

Titolo: Primavera
Autrice: Ali Smith
Editore: Edizioni SUR
Anno: 2020 (edizione originale 2019)
Curiosità:  è il terzo volume di una tetralogia ispirata alle stagioni, Autunno e Inverno sono già uscito, Estate è in corso di traduzione
Traduzione: Federica Aceto
Stelle: 5 su 5
Pagine: 286
In due parole: un uomo in lutto, una ragazzina incredibile, una giovane donna, i confini dentro e fuori di noi

 

Diviso in tre parti (ognuna anticipata da un monologo corale, una sorta di flusso di coscienza collettivo) narra la storia di Richard, Brit e Florence. Il primo è un anziano regista televisivo in lutto per la morte della sua migliore amica e sceneggiatrice di tutti i suoi lavori. La seconda è una giovane donna che lavora in un centro di detenzione per immigrati illegati. La terza è una ragazzina incredibile che si muove nel mondo compiendo quelli che sembrano dei prodigi. Questo improbabile terzetto si ritrova in Scozia, prima in una stazione ferroviaria e poi stipati in un furgone-bar diretti verso il sito di una battaglia storica. Come nei precedenti la trama si snoda in mille rivoli: i soliloqui di Richard con la figlia perduta, le cartoline che manda alla sua amica Paddy, una mostra di Tacita Dean, Katherine Mansfield e Rainer Maria Rilke che si incrociano senza conoscersi in un albergo in Svizzera; Brit e il suo lavoro alienante e alieno e crudele che lei esegue senza che la sua anima ne sia toccata, anzi facendo in modo che la sua anima non sia più toccata da niente, la crudeltà e alienazione del posto in cui lavora, il sistema di espulsione di chi è considerato alieno, irregolare, senza diritti; e poi Florence e la sua magia che forse non è altro che la capacità di chiedere conto alle persone di quello che fanno, di quello che sono... un romanzo che è profondamente triste ma anche un potente inno di speranza, capace di mostrare l'assurdità del concetto di confine, di passaporto, di permesso di soggiorno, della distinzione tra immigrati regolari e irregolari.

Intendo questo, dice lei. Ci spostiamo da una invisibilità a un'altra. Io non avevo diritti. E continuo a non averne. Per tutto il mondo ho portato sulle mie spalle il peso della paura finché non sono arrivata in questo paese che voi considerate vostro. Continuo a portare la paura sulle spalle. Adesso la vedo così. La paura è uno dei miei effetti personali. La paura me la porterò sempre dietro, ovunque, per il resto della mia vita. Ho lottato con tutte le mie forze per arrivare qui, nel vostro paese. E quando sono arrivata, la prima cosa che avete fatto è stata farmi una lettera con su scritto: Benvenuta in un paese in cui non sei la benvenuta. Da questo momento sei una persona designata come non benvenuta e faremo di te quello che vogliamo. E con tutte le battaglie che ho dovuto combattere per arrivare qui, questo è stato il picco più basso per la mia anima. Ed è stato proprio in quel momento che è cominciata veramente la battaglia. Ma io sono stata fortunata. Mi hanno aiutata. Ci sono vari modi per essere nessuno. Esistono diversi tipi di invisibilità. Alcuni sono più uguali di altri. E lo dico perché lo so, come dite voi, di prima mano.