mercoledì 29 settembre 2021

La lettera di Gertrud

Titolo: La lettera di Gertrud
Autore: Björn Larsson
Editore: Iperborea
Anno: 2019 (edizione originale 2018)
Traduzione: Katia De Marco
Stelle: 3 su 5
Pagine: 457
In due parole: Martin scopre solo dopo la morte della madre di essere di origine ebraica, inizia così a interrogarsi su come la propria identità venga influenzata dall'appartenere o meno ad una determinata religione

Martin è un genetista, ha una moglie e una figlia entrambe molto amate ed è soddisfatto del proprio lavoro e del proprio ruolo nel mondo. Dopo la morte della madre viene convocato da un avvocato che gli legge e poi gli consegna la lettera che la madre gli ha scritto. Scopre così che era ebrea, che il nome con cui la conosceva non era il suo, che era stata internata in un lager, che aveva perso tutta la propria famiglia e che aveva deciso di nascondergli la verità sulle sue origini per proteggerlo dai pregiudizi e per consentirgli di scegliere da sé chi volesse essere. Diviso in tre parte, nella prima conosciamo soprattutto il punto di vista di Martin, la seconda parte più corale allarga l'orizzonte anche rispetto alle strane scelte di Martin al riguardo e infine, nella terza e ultima parte, il narratore racconta del suo incontro con Martin e della decisione di raccontarne la storia. Nonostante la tematica sia molto interessante, il romanzo non è affatto appassionante, troppo ampie le parti saggistiche (anche se l'autore usa l'escamotage della decisione di Martin di scrivere un saggio sulla ereditarietà e le caratteristiche distintive dei popoli da un punto di vista genetico) tanto che alla fine la storia perde mordente e tutto risulta un po' troppo artificioso.