Titolo: Nero ananas
Autore: Valerio Aiolli
Editore: Voland
Anno: 2019
Curiosità: candidato Premio Strega 2019
Stelle: 4 su 5
Pagine: 347
In due parole: quattro anni della nostra storia - dal 1969 al 1973 - tra fiction e cronaca
Il libro comincia con l'attentato del 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana (la bomba che segnò l'inizio degli anni di piombo, gli anni del terrorismo, dell'eversione e dello stragismo di stato) e si conclude con quello del 17 maggio 1973 alla Questura di Milano. Tra l'una e l'altra data Valerio Aiolli crea un romanzo corale in cui ricostruisce quegli anni. Lo fa attraverso vari personaggi, per la maggioranza reali, e declinando di volta in volta il racconto nella prima, seconda e terza persona singolare. La prima persona singolare è riservata ad un ragazzino senza nome che, dopo il 12 dicembre, vede la sua famiglia disgregrarsi, sua sorella sparire e se stesso cambiare. La seconda persona singolare da voce alla storia di un anarchico, uno sbandato, che si trascina per l'Italia e per il mondo, ogni volta sconfitto e ogni volta alla ricerca di un riscatto preteso ma di certo non meritato. Attraverso la terza persona invece ci racconta il mondo della politica (nella persona di Mariano Rumor presidente del consiglio nel 1969, ministro degli interni nel 1973) e quello dell'eversione di destra e dei suoi legami con i servizi segreti più o meno deviati. Aiolli non nomina mai i suoi protagonisti, i personaggi reali sono citati con i loro soprannomi, ma sono tutti riconoscibili. Ne inventa i pensieri, i desideri, le ambizioni e riesce sempre a non essere né banale né stucchevole, un romanzo scritto benissimo che racconta un periodo difficile e per certi aspetti ancora misterioso della nostra storia. Molto bello il capitolo finale in cui la prima, la seconda e la terza persona si uniscono e sovrappongono.