Titolo: Il fuoco invisibile
Autore: Daniele Rielli
Editore: Rizzoli
Anno: 2023
Curiosità: candidato Premio Strega 2024
Stelle: 4 su 5
Pagine: 237
In due parole: l'epidemia di xylella e tutto quello che ne è conseguito
L'epidemia di Xylella che ha provocato la morte di milioni di ulivi nel Salento, modificandone per sempre il paesaggio raccontata da chi l'ha seguita fin dagli inizi con reportage ed articoli ed ha visto gli ulivi della sua famiglia, curati in maniera maniacale dal padre, morire. A metà tra memoir e inchiesta giornalistica Daniele Rielli ricostruisce quello che è successo: la scoperta dei disseccamenti, l'intuizione di uno scienziato, la bravura di un gruppo di ricercatrici e ricercatori nell'individuare il batterio, l'insetto vettore e lanciare l'allarme, il primo avvio di un protocollo di contenimento; di contro l'incredulità di alcuni, l'onda negazionista e complottista, la disinformazione, le accuse, l'intromissione della magistratura che porteranno al disastro finale.
In passato in Salento si produceva olio lampante, combustibile per lampade cioè, l'olio da tavola era solo per i ricchi, il consumo di massa è relativamente recente così come è recente lo sviluppo di una filiera di produzione di altissima qualità. Tradizioni (che si pensano centenarie) e filiera messe pesantemente in crisi dal batterio invasore. Tutta la storia è paradigmatica dei disastri della globalizzazione e della libera circolazione delle merci (mai degli esseri umani): il batterio è arrivato probabilmente in una pianta da caffè ornamentale proveniente dal Sud America, in Salento trova un insetto ospite e prolifera indisturbato, il suo arrivo provoca il cambiamento irreversibile del paesaggio salentino, muoiono alberi piantati per produrre inizialmente olio lampante, una industria che ai suoi albori aveva a sua volta modificato il paesaggio con la distruzione di interi boschi. L'unica azione veramente efficace (l'eradicamento non solo degli alberi infetti ma anche di quelli circostanti per un raggio di 100 metri) risulta incomprensibile e viene pesantemente boicottata, chi la rifiuta si rifugia in teorie del complotto e in speculazioni antiscientifiche. Il negazionismo trova una potente cassa di risonanza nei mass media, l'informazione è incapace di informare, la politica è incapace di prendere decisioni, l'ambientalismo diventa un boomerang, la magistratura nell'indagare rallenta ulteriormente l'azione di contenimento. Quello che dovrebbe essere positivo (la difesa del paesaggio, la conservazione della natura, una politica che ascolta, una magistratura che indaga, una informazione che scava) diventa negativo perché parte da prese di posizione a prescindere, non si ascoltano davvero le scienziate e gli scienziati che si occupano del batterio e non si sanno interpretare correttamente i dati che forniscono. Vi ricorda qualcosa vero?