martedì 4 ottobre 2011

Settembre letterario

L'idea mi è venuta da Nick Hornby che tiene una rubrica dedicata ai libri letti sul New Yorker, la rivista è a cadenza mensile quindi anche la rubrica lo è. Io non leggo il New Yorker ma Internazionale che la pubblica tradotta in italiano. Ora visto che la rubrica è divertente, che questo blog è praticamente in coma da mesi e che ultimamente leggo moltissimo ho pensato di fare pure io la stessa cosa.

Mi rendo conto che un numero così alto di libri letti non depone a favore della mia vita sociale, che in effetti è piuttosto ridotta, ma fa niente. Vorrà dire che, anche se vi dovessi dare l'impressione di essere una poveraccia con l'unico svago della lettura, lo terrete per voi ed eviterete il blog, mi sembra ragionevole.
Se volete vedere come se la cava il mio modello ecco il link: http://tinyurl.com/64brrp3
E ora veniamo a noi.

Libri letti:
  • Cime tempestose, Emily Brontë
  • Tempo d'estate, J. M. Coetzee
  • Natura morta, Antonia S. Byatt
  • Performingmedia, Carlo Infante
  • Le notti bianche, Fedor Dostoevskij
  • Se questo è un uomo - La tregua, Primo Levi
  • La vergine del giardino, Antonia S. Byatt
Libri comprati (il 1 ottobre ma fa niente)
  • Cosa è successo a Mr. Dixon?, Ian Sansom
  • Tu non sei un gadget, Jaron Lanier
Libri presi in prestito (in Biblioteca):
  • La vergine del giardino, Antonia S. Byatt
  • Emma, Jane Austen
  • Chocolat, Joanne Harris
Qualche mese fa, rispondendo ad un sondaggio su Facebook, mi sono resa conto di non aver mai letto nulla delle sorelle Brontë e della Austen. Una simile lacuna era imperdonabile come mi è stato fatto notare da Valentina e (anche grazie a lei che me ne ha regalati un paio) sono subito corsa ai ripari. Ho letto quindi Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento della Austen, Jane Eyre di Charlotte Brontë e ora Cime tempestose di Emily. La loro fama è meritatissima e devo dire che amo molto le sorelle Brontë, così sanguigne e passionali non diresti che sono figlie di un pastore protestante, non che io abbia idea di come dovrebbero essere le figlie di un prete ma mi avete capito. Ovviamente anche la lettura di Emma della Austen va nella stessa direzione di "riempimento lacune".

Un altra mania che ho è quella di leggere almeno un'opera di tutti i premi nobel della letteratura, Coetzee rientra in questo filone (lo ha vinto nel 2003) tra l'altro l'avevo visto ad una edizione del Festival delle letterature di Roma e mi era piaciuto moltissimo. Questo testo è una sorta di autobiografia: Coetzee è morto e il suo biografo cerca di scoprire qualcosa su di lui intervistando chi lo ha conosciuto: una cugina, tre donne con cui ha avuto una sorta di relazione, un amico e collega... chi riusciamo a conoscere alla fine? lo scrittore o le persone che parlano di lui? ne viene fuori un uomo poco incisivo o incisivo nelle cose sbagliate... certo la compiacenza non trova nessuno spazio, l'ho trovato interessante e bello anche. Con una vena sottile di malinconia e un sotteraneo senso di colpa che ho trovato anche in altre sue opere.

La Byatt invece l'ho conosciuta tramite Possessione, mi è piaciuta moltissimo ma poi l'ho approndita poco, nella biblioteca in cui vado hanno quasi tutto e quindi ho cominciato a leggere quello che mi mancava (che è parecchio). I due libri che ho letto fanno parte di una quadrilogia, per sbaglio ho cominciato a leggerla dal secondo e poi ho preso il primo ma fa niente. La storia della famiglia Potter e in particolare di Frederica è bella e interessante. la Byatt è bravissima e la traduzione ottima, sono pienamente soddisfatta. Tra l'altro è uno di quei libri che ti fa riflettere su te stessa, ci riconosci cose, pensieri e slanci che sono o sono stati anche tuoi e su cui soffermarsi ogni tanto non è una cattiva idea. Anche solo per renderti conto che in fondo va bene anche così.

Performingmedia di Carlo Infante l'ho letto sostanzialmente per lavoro, non mi ha colpito particolarmente.

Continuo invece a leggere i russi, questo mese è toccato a Le notti bianche di Dostoevskij, ma prima ancora ci sono stati I demoni, assolutamente grandiosi e pure Delitto e castigo. Questo russo è formidabile e vale la pena affrontare l'osticità dello stile e la giungla dei patronimici.

Si è trattato di una rilettura per Se questo è un uomo e La tregua di Primo Levi, li ho in un'unica edizione. Se li avete letti sapete come siano diversi l'uno dall'altro ma allo stesso tempo assolutamente consequenziali. Sono difficili da commentare, per il senso di pena e di sgomento che lasciano, ma imprenscindibili dalla lettura di questo sono certa.

Dei libri presi in prestito in blibioteca mi resta da finire Emma e da iniziare Chocolat. Di nuovo invece ho preso Cosa è successo a Mr. Dixon? di Ian Sansom e Tu non sei un gadget di Jaron Lanier. Quello di Sansom è il seguito de Il mistero dei libri scomparsi, il protagonista è Israel Armstrong,  bibliotecario londinese grasso ebreo e vegetariano, figuratevi l'impatto che può avere su un tipo così l'Irlanda. Il secondo l'ho preso per lavoro, Lanier è un informatico e un saggista serio, il testo è abbastanza critico riguardo i social network e l'intelligenza colletiva, almeno così dovrebbe ma lo devo ancora iniziare... vi dirò meglio il mese prossimo.