A Baghdad con Le mille e una notte di Giulia Ciarrapica (4 stelle su 5): il racconto del viaggio fatto dall'autrice in Iraq sulle tracce della raccolta di racconti più citata e meno conosciuta di sempre, una riflessione fresca e affatto superficiale sulla letteratura araba e sull'Iraq con uno sguardo sul presente e il recente passato.
La lepre e la luna di Mario Ferraguti (4 stelle su 5): alla ricerca delle ultime guaritrici (e qualche guaritore) capaci di curare malanni e infermità con formule e segni. L'autore dopo aver superato il fuoco di Sant'Antonio si interroga sulle cure moderne e su quelle antiche, su come le prime si concentrino sul disturbo e le seconde sulla persona che ne soffre. Un approccio antropologico e sociologico che racconta un mondo in via di estinzione.
Sulla faglia di Chiara Cerri (4 stelle su 5): in cammino sulla faglia appenninica nei territori colpiti dai terremoti, raccogliendo le storie di chi in quelle terre mutate continua a vivere. Forte di una metodologia ben definita Cerri racconta e raccoglie memorie vive.
Nella musica del vento di Giovanni Robustelli e Marco Steiner (4 stelle su 5): graphic novel in due volumi tratta dall'omonimo romanzo di Steiner, i disegni di Robustelli danno corpo ai dolenti protagonisti del racconto e ad un paesaggio incredibile.
Un viaggiatore sovrappeso in Iran di Bernardo Notarangelo (3 stelle su 5): diario di viaggio un po' casuale un po' organizzato un po' al buio di un signore che ha tempo e chili da perdere. Leggibile tutto sommato ma se non fosse stato per il torneo non l'avrei mai letto.
Sbandati come plancton nella corrente di Claudio Di Manzo (2,5 stelle su 5): un gruppo di amici torna sui luoghi delle immersioni che li hanno visti giovani e incoscienti per spargere le ceneri di un di loro, il covid cambierà i loro programmi ma non aggiunge molto ad un racconto piatto e noioso, personaggi macchietta, storia insulsa ma belle descrizioni di immersioni, potete evitarlo.
L'impermeabile di Kabul di Tonino Bettarini (2 stelle su 5): giallo brutto e noioso che vuole essere ambizioso e risulta imbarazzante.
Come se non fossimo stati di Giulia Ciarrapica e Michela Di Cecio (1 stella su 5): non ha capito la storia della graphic novel e il testo che l'accompagna non aiuta, incomprensibile.
