Titolo: Tre piani
Autore: Eshkol Nevo
Editore: Neri Pozza
Anno: 2017 (edizione originale 2017)
Curiosità: Nanni Moretti sta lavorando in questi giorni (giugno 2019) ad un film tratto dal libro
Traduzione: Ofra Banet e Raffaella Scardi
Stelle: 5 su 5
Pagine: 255
In due parole: un condominio alla periferia di Tel Aviv, tre appartamenti per tre storie
Arnon abita al primo piano, con la moglie Ayelet e due bimbe, la più grande si chiama Ofri. I loro vicini di pianerettolo sono Ruth ed Hermann, che vengono dalla Germania.
Al secondo piano vive Hani, sposata con Hasaf sempre in viaggio e con due figli: un maschio e una femmina. I suoi vicini collezionano orologi.
Al terzo piano abita Dovra, giudice in pensione, rimasta da poco vedova di Michael e madre di Arad.
Su queste tre famiglie Nevo punta il suo sguardo e fa raccontare, ai tre citati per primi, cosa sta succedendo. Arnon lo racconta ad un amico, Hani lo scrive alla sua migliore amica, Dovra registra messaggi sulla segreteria telefonica rivolgendosi al marito morto.
Come nella teoria psicanalitica freudiana (la chiave è fornita dallo stesso Nevo nell'ultimo monologo del libro) i tre personaggi narratori corrispondono ai tre topoi psichici dell'Es, dell'Io e del SuperIo.
L'Es è il fondamento della persona psichica, l'aspetto più profondo della psiche e quello più oscuro, luogo degli istinti e delle pulsioni più potenti.
L'Io è governato dal principio di realtà, è la nostra coscienza, anche esso in parte incoscio ci tiene però legati al concretezza della vita quotidiana e controlla le pulsioni provenienti dall'Es.
Il SuperIo infine è il nostro io sociale, o meglio l'interiorizzazione delle autorità con cui veniamo in contatto nel processo di crescita, in qualche modo la nostra censura interiore.
Il romanzo ricrea questo schema. Arnon è l'Es: la temporanea sparizione di Ofri con Hermann che soffre di Alzheimer, scatena in lui una ridda di paure, rimpianti e recriminazioni, reagisce d'istinto senza riflettere e sbaglia. Dovra è l'Io: sua madre impazzì quando era piccola, lei ha in fondo la stessa paura, l'arrivo del cognato Eviatar la scuote e la mette in crisi, ha paura di non riuscire più a riconoscere cosa è vero e cosa non lo è. Infine Dovra, il Super Io, una vita irreprensibile che non l'ha comunque protetta da perdite e frustrazioni: la solitudine le pesa e trova una nuova libertà nel momento in cui smette di preoccuparsi di quello che avrebbe fatto suo marito e comincia a fare quello che vuole.
Da un punto di partenza così rigido, Nevo riesce a scrivere un romanzo intenso e coinvolgente sulla complessità delle relazioni umane, sul desiderio, sulle paure e sul bisogno di amare e forse anche di tradire, consigliato a tutte e tutti.