Titolo: Fuoco al cielo
Autrice: Viola Di Grado
Editore: La nave di Teseo
Anno: 2019
Curiosità: candidato Premio Biblioteche di Roma, sezione narrativa
Stelle: 3 su 5
Pagine: 233
In due parole: una coppia, un amore malato, un luogo privo di ogni bellezza
Tamara e Vladimir si amano (male) a Muslijumovo, una cittadina negli Urali siberiani con i più alti livelli di contaminazione radiottiva del mondo. E' una città malata, resa invivibile e inospitale da esseri umani a cui non importava nulla degli altri esseri umani che da quelle parti ci vivevano e vivono. Un luogo privo di bellezza e futuro, così come l'amore che lega Tamara e Vladimir. Lei è nata lì, era una maestra di scuola elementare, insegnava scienze a bambini sempre più malati e strani. Lui è nato a Mosca, si è trasferito lì per fare l'infermiere, nell'ospedale in cui i tuoi disturbi non sono mai niente di grave, di certo non ci si può fare niente come niente si può fare per i bambini nati deformi. Lì si incontrano e in qualche modo si trovano e si amano, ma il loro amore perde ben presto ogni luce, non li salva, non li redime, vivono in un posto troppo buio e troppo crudele.
Viola Di Grado ha uno stile urgente, le parole, i pensieri si sovrappongono, corre avanti e indietro nel tempo e nello spazio, la giusta scrittura per questa storia d'amore triste e dolorosa, con pochi lampi di luce e felicità.