sabato 6 luglio 2019

La frontiera

Titolo: La frontiera
Autore: Alessandro Leogrande
Editore: Feltrinelli
Anno: 2015
Stelle: 4 su 5
Pagine: 316
In due parole: le rotte delle migrazione atraversano il Mediterraneo, storie di naufragi e viaggi lunghissimi



Una frontiera invisibile ma concreta attraversa il Mediterraneo, è una linea che divide i paesi come il nostro in cui viaggiare non comporta problemi - basta avere un passaporto e il mondo non ha confini se non quelli creati dal tempo a disposizione, dal modo di vivere, dai personali accidenti di ognuno - da tutti gli altri. Paesi da cui è quasi impossibile andarsene per viaggiare in maniera legale -  perché sono dittature, in guerra oppure estremamente povere, perché viaggiare è vietato o perché i visti non vengono mai rilasciati - e che costringe quindi chi ci abita a intraprendere viaggi lunghi e pericolosi, affidandosi ai trafficanti e correndo rischi enormi, fino ad arrivare al mare, per l'ultimo passo, il più pericoloso.

Leogrande spiega i flussi, i passaggi, i traffici, le rotte alternative dei Balcani raccogliendo testimonianze e presentando dati, ci racconta come è cambiato l'atteggiamento dell'Unione Europea, le missioni che si sono susseguite allo scopo di controllo e poi di salvataggio e ancora di mero controllo, dell'influenza sui flussi del crollo del regime libico. Ma ci racconta anche quello che succede a queste persone una volta sbarcate, della reazione sempre più intollerante e razzista dell'opinione pubblica, della criminalizzazione di chi viaggia perché spera in una vita migliore. E' una realtà dura quella che racconta Leogrande e la cosa più impressionante è che questo libro è ancora attuale e rispecchia, con differenze minime, quello che sta succedendo in questi giorni. Semmai è l'atteggiamento dei governi (in primis il nostro con Matteo Salvini) ad essersi ulteriormente inasprito ma per il resto quello che viene raccontato è ora e probabilmente è anche domani.

Alessandro Leogrande è morto, troppo giovane, nel 2017: è una voce, un pensiero, un cuore che manca molto.