lunedì 15 luglio 2019

Negroland

Titolo: Negroland
Autrice: Margo Jefferson
Editore: 66thand2nd
Anno: 2017 (edizione originale 2015)
Traduzione: Sara Antonelli
Stelle: 4 su 5
Pagine: 256
In due parole: memoir borghese sullo stigma della razza

Margo Jefferson è una critica statunitense molto nota e stimata, nata in una famiglia agiata, grazie a cui ha potuto frequentare le scuole e università migliori conducendo una vita obiettivamente privilegiata e costruendosi una carriera di successo. Ma. Ma è di colore, nera, negra o dir si voglia e l'appartenenza razziale negli USA è uno stigma impossibile da sottovalutare che influenza pesantemente e in profondità la vita di chiunque non sia Wasp o ci si avvicini. Jefferson racconta di sé e della sua famiglia e di come, fin da piccola, non abbia mai potuto considerare se stessa e i propri desideri ed aspirazioni slegata dal contesto familiare, sociale e soprattutto razziale. Malgrado quindi appartenga ad un'élite Jefferson è stata sempre ben consapevole della fragilità della sua condizione in quanto donna e in quanto nera, non solo rispetto all'esterno ma anche verso l'interno, nell'enclave in cui si muoveva e che teneva conto di quale sfumatura avesse la tua pelle e quanto fossero ricci i tuoi capelli o carnose le tue labbra. E' una condizione difficile da intuire se non si è neri ed americani ma è stata raccontata e mostrata egregiamente da narratori come Chimamanda Ngozi Adichie, Ta-Nehisi Coates, Colson Whithead e Toni Morrison. Margo Jefferson aggiunge un pezzo al quadro generale, che è piuttosto angosciante.