mercoledì 15 luglio 2020

Macchine come me

Titolo
: Macchine come me
Autore: Ian McEwan
Editore: Einaudi
Anno: 2019 (edizione originale 2019)
Traduzione: Susanna Basso
Stelle: 4 su 5
Pagine: 283
In due parole: in un 1982 alternativo Alan Turing è ancora vivo, il Regno Unito perde la guerra per le Falkland e la robotica ha avuto sviluppi incredibili

Londra 1982, Charlie Friend ha appena acquistato uno dei primi prototipi di essere umano artificiale, un androide perfetto di nome Adam, venduto come factotum e articolo da compagnia, è in effetti qualcosa di straordinario o meglio qualcuno. Adam è nato grazie alle geniali intuizioni di Alan Turing (che non si è mai suicidato ed è ancora vivo) anche se la sua costruzione non  ha nulla a che fare con lui, ed è non solo un robot evoluto che simula perfettamente l'aspetto umano, ma è anche dotato di una intelligenza artificiale che si espande e rafforza grazie al machine learning., cioè l'apprendimento automatico. Non entro nei particolari della trama ma quello che progressivamente emerge è che l'intelligenza chiarissima di Adam intuisce le contraddizioni della natura umana e ne viene stravolta e sconvolta. I 25 prototipi sparsi per il mondo (12 Adam e 13 Eve tutti fisicamente diversi tra di loro) superano i confini entro cui le loro funzioni avrebbero dovuto essere esercitate ed evolvono in modi inaspettati. Sono soprattutto esseri senzienti, che prendono decisioni le cui conseguenze gli sono chiare in base ad un'etica e una morale senza falle. A differenza degli esseri umani non possono ignorare le contraddizioni, l'ipocrisia, l'abisso che passa tra l'affermazione generica dei principi di giustizia, libertà, ragione e rispetto con cui sono state programmate e il modo tragicamente imperfetto con questi principi sono realizzati nel corso della storia umana. La loro perfezione e la nostra imperfezione le portano ad una condizione di infelicità estrema, l'Adam di Charlie si trova a davanti un quesito morale che nel risolvere provoca altra sofferenza, secondo un circolo vizioso e inevitabile. Ian McEwan ha scritto una splendida ucronia per parlarci della natura dell'intelligenza, del significato della giustizia e della particolarità della natura umana.