domenica 3 novembre 2013

Nei tini grassi come pance piene...

...prepari mosto e ebbrezza, così Guccini definisce ottobre, è il mese che alle nostre latitudini porta i primi freddi a ricordarci che l'inverno vero deve ancora arrivare, quest'anno però è uno strano ottobre, fa ancora caldo, troppo e il paragone letterario è con l'estate indiana che Stephen King spesso racconta nei suoi libri. Siamo in bilico quindi, tra l'estate e l'autunno e non solo. Non è solo il tempo ad essere in bilico, mi sembra che lo sia tutto, l'equilibrio è precario e sempre più fragile, le cose stanno per cambiare o per tornare uguali a prima, lo sapremo solo con il tempo... ma i libri non cambiano per fortuna.

Libri letti
  • Nemesi, Philip Roth
  • La pelle, Curzio Malaparte
  • Tefteri, Vinicio Capossela
  • La morte a Venezia, Thomas Mann
  • Tristano, Thomas Mann
  • Il quinto figlio, Doris Lessing
  • Cassandra, Christa Wolf
  • L'animale morente, Philip Roth
  • Donna per caso, Jonathan Coe
  • Ben nel mondo, Doris Lessing
Libri presi in prestito
  • La morte a Venezia, Thomas Mann
  • Tristano, Thomas Mann
  • Il quinto figlio, Doris Lessing
  • L'animale morente, Philip Roth
  • Cassandra, Christa Wolf
  • Donna per caso, Jonathan Coe
  • Le streghe, Roald Dahl
  • La ferocia del cuore, Anita Nair
  • Ben nel mondo, Doris Lessing
Libri scaricati
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Libri comprati
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Libri regalati
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Libri in lettura
  • La ferocia del cuore, Anita Nair
Ho iniziato il mese con Nemesi di Philip Roth. E' una piccola storia che assume il peso di una parabola, senza redenzione né perdono, in pieno stile Vecchio testamento. Bucky vive con terrore e sgomento l'epidemia di poliomelite che colpisce la sua città, i suoi interrogativi sulla bontà di un Dio che permette tutto questo restano senza risposta, passerà la vita ad espiare le sue colpe, la più grande di tutte quella di essere sopravvissuto. Sullo sfondo la 2° guerra mondiale e l'Olocausto, anche se quest'ultimo non viene mai nominato, la profonda crisi di Bucky sembra trovare nella tragedia della persecuzione nazista una ulteriore motivazione. Esagero lo so, ma a me sembra che questa opera di Roth posso entrare a buon diritto tra la narrativa della Shoah.

Non bisogna mai dimenticare i classici quindi ho preso in biblioteca La pelle di Curzio Malaparte. Ricco di registri diversi - dall'epico al picaresco, dal grottesco al drammatico - è un racconto viscerale e intenso dell'avanzata alleata sull'Italia. Malaparte era un ufficiale di collegamento per l'esercito alleato e da Napoli fino a Milano seguì gli americani di città in città. Crudissimo in alcuni passaggi, quasi insopportabile, è un'analisi acuta e profonda della disfatta dei vinti e anche di quella dei vincitori. Difficile da dimenticare.

Tefteri in greco è il libricino in doppia copia dove negoziante e cliente segnano i debiti, in modo da poter a fine mese trovare riscontro e saldare il conto, è anche il titolo del libro o diario di viaggio che Vinicio Capossela ha scritto sulla Grecia. Anche qui si trovano conti in sospeso, quelli nostri con la Grecia, quelli della Grecia con il rebetiko, quelli del rebetiko con gli uomini e le donne che l'hanno fatto grande, quelli degli uomini e delle donne verso la storia e le contaminazioni. Più che per la qualità letteraria (che comunque c'è) si dovrebbe leggere per l'intensità, l'amore e la compassione che Capossela prova verso le persone che incontra in questo suo viaggio.

Per la sfida a tema ho letto La morte a Venezia di Thomas Mann, il tema è facilmente intuibile. La prima cosa da dire da dire su Thomas Mann è che era uno scrittore del suo tempo, profondamente radicato nell'attualità e che questa attualità non ha nulla a che fare con la nostra. La seconda cosa è che ha verso il mestiere di scrittore uno sguardo ironico e anche sarcastico. La morte a Venezia è prima ironico (nel tratteggiare le fisime dello scrittore famoso), poi grottesco (specie nel raccontare l'incontro con un uomo che si svela poi una sorta di sua grottesca controfigura) e infine tragico (nel raccontare la passione repentina e incontrollabile anche se platonica per il piccolo Tdazio). Venezia è il giusto sfondo per questa passione che fa dimenticare al protagonista ogni prudenza e senso della misura.
Già che c'ero ho proseguito con Tristano: è uno strano racconto, ritroviamo un anticipo del sanatorio de La montagna incantata, ma anche una idea di morte come destino ineluttabile per certe intelligenze e sensibilità.

Mi sono iscritta ad un altra sfida, quella sui premi Nobel (per la letteratura ovviamente), dura due anni e bisogna leggere almeno un libro per quindici premi toccando almeno cinque diversi Paesi. Ho iniziato con Mann quindi (Nobel del 1929) e proseguito con Doris Lessing (Nobel del 2007), ne approfitterò per leggere qualche autore e autrice che non conosco ancora e per ripescarne qualcuno che già conosco. Il Nobel quest'anno lo ha vinto la meravigliosa Alice Munro, ne sono felicissima, lo considero strameritato.

Veniamo quindi al secondo Nobel di questo mese, ho letto Il quinto figlio di Doris Lessing. E' una distopia familiare, una famiglia felice e ospitale viene trasformata dall'arrivo del quinto figlio: una creatura strana, completamente altra rispetto alla loro normalità. Una metafora sull'alterità impicita in ogni maternità, ma anche un interrogativo sulle nostre origini, sugli altri modi in cui l'evoluzione ha mischiato i nostri geni, sulle creature fantastiche che hanno popolato i miti del passato... non è un romanzo lungo ma è ricco di suggestioni, mi è piaciuto molto.

Mi è piaciuto anche Cassandra di Christa Wolf. La guerra è un buco nero che ingoia tutto: persone, sentimenti, ideali, storie, sogni e visioni. La caduta di Troia è la caduta di un modo altro di vivere, vedere e sentire, è la caduta di Cibele e del principio femminile, la tragedia di Cassandra è quella di chi, pur sapendo cosa succederà, non può fare nulla per modificarlo.

Mi è piaciuto meno L'animale morente di Philip Roth. Intendiamoci, è scritto benissimo, le 3 stelle del voto non sono certo perché è scritto male, ma in questo lungo racconto ho trovato una nota dissonante, qualcosa che non mi convince, quello che dice di Consuela l'anziano professore pure affascinante non è vero, o meglio è una minima parte della complessità di questa giovane donna. Una vena di misoginia corre per tutto le pagine di questo racconto, non è nuova in Roth certo, ma qui c'è appunto anche una vena di millanteria. Il protagonista, anzi la voce narrante, non si perde certo a causa di Consuela, semmai lei è l'unica che può dare un senso alla sua esistenza. Sarebbe divertente e interessante leggerne la versione femminile, un racconto in cui la voce narrante sia appunto quella di lei.

Deludente anche Donna per caso di Jonathan Coe. Forse il difetto è nella pedanteria della voce narrante, il cinismo, o meglio la mancanza di sensibilità di Maria (soprattutto verso sé stessa) è sconcertante. La svolta, il momento in cui Maria prenderà coscienza dei propri desideri, sembra sempre dietro l'angolo ma non arriva mai. Ci sono alcuni bei passaggi ma nel complesso non è niente di speciale.

Ho chiuso il mese con Ben nel mondo di Doris Lessing, il seguito de Il quinto figlio. Ben è cresciuto ed è andato via da casa, la sua solitudine si fa sempre più profonda e il suo smarrimento sempre più acuto. Se in Il quinto figlio Doris Lessing ci ha narrato una maternità distopica ed estraniante ora leggiamo cosa è significato per questo figlio essere così diverso ed estraneo. La solitudine di Ben è assoluta e dolorosa, difficile non commuoversi.

Libri letti: 10
Pagine sfogliate: 1.552
Stelle assegnate: 40 (media 4)