sabato 10 giugno 2017

Lo schiavista

Titolo: Lo schiavista
Autore: Paul Beatty
Editore: Fazi
Anno: 2016 (edizione originale 2015)
Traduzione: Silvia Castoldi
Stelle: 4 su 5
Pagine: 369
In due parole: meglio una segregazione dichiarata e visibile che una segregazione de facto e anzi negata ma non per questo meno catastrofica


Bonbon fa il contadino e l'allevatore, ha una fattoria in un ghetto di Los Angeles dalla fama così cattiva da essere stata eliminata dalle cartine della zona, suo padre è stato ucciso in una sparatoria poco prima che si laureasse e quando era piccolo lo sottoponeva a strani esperimenti sociali e/o razziali allevandolo da solo in casa. E' ancora innamorato della sua prima fidanzata, ora autista di autobus e quando Hominy Jenkins - attore anziano e da tempo in declino con un passato da bambino prodigio nei telefilm delle Simpatiche canaglie - pretende di diventare il suo schiavo e di essere sfruttato e frustato Bonbon lo fa e ben presto si ritrova a cercare ripristinare la segregazione razziale per Dickens (così si chiama il posto in cui viive), appendendo cartelli "riservato ai neri" in giro per il ghetto. Divertente e delirante, questa satira sul concetto di razza e di cultura centra perfettamente il bersaglio: negli USA la questione è ancora questione di razza più che di classe sociale. Beatty lo spiega facendoti ridere, presentando personaggi assurdi o straordinari ma mai improbabili, in cui la consapevolezza dell'appartenenza razziale è raramente qualcosa con cui sono scesi ai patti, ma piuttosto qualcosa che li spinge a non mollare mai, anche quando dovrebbero farlo. Insomma nonostante l'apparente leggerezza questo è un romanzo davvero serio.