lunedì 23 aprile 2018

La pioggia deve cadere

Titolo: La pioggia deve cadere
Autore: Karl Ove Knausgård
Editore: Feltrinelli
Anno: 2017 (edizione originale 2010)
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Stelle: 4 su 5
Pagine: 659
In due parole: gioie e frustrazioni di una profonda vocazione letteraria, il passaggio dalla tarda adolescenza ad un inizio di maturità

Nel quinto volume della sua autobiografia/flusso di coscienza Knausgård affronta il faticoso passaggio dalla giovinezza all'età adulta. Arrivato a Bergen a 19 anni, con grandi aspettative dopo essere stato selezionato in una scuola di scrittura creativa, Karl Ove passa dall'euforia di scoprirsi il più giovane della classe alla frustrazione per la propria ignoranza, la propria incapacità, discontinuità e per quella che sembra essere una clamorosa mancanza di talento. Sempre più amareggiato e depresso ripiega sulla critica letteraria e su lavori occasionali, alternando sbronze colossali in cui perde completamente il controllo a tentativi di scrittura subito abortiti, costruendo però relazioni piuttosto lunghe ed amicizie più o meno intense, finché non riesce a sbloccarsi e a trovare una propria voce e un proprio stile. La mancanza di talento si rileva per quello che è: un problema di maturità in un ego gigantesco ma con poca autostima, già perché Knausgård il talento lo possiede, possiede soprattutto la passione, vuole essere uno scrittore costi quel costi, gli ci vorranno quasi 10 anni ma alla fine ci riuscirà. Certo dopo non sarà tutto perfetto, la mancanza di fiducia non lo abbandona, è consapevole di non saper gestire il successo e la notorietà, ha paura di diventare uno di quei scrittori da un'opera e basta e gli ci vuole un bel po' prima di riuscire a trovare l'idea per il secondo romanzo (quello che poi consacrerà definitivamente il suo talento).

Knausgård prosegue in questo volume la sua riflessione sulla scrittura, sul processo creativo, sull'ambizione, sulla consapevolezza dei propri limiti e del proprio valore. Nella trama ci sono dei passaggi un po' confusi (forse dovuti alla traduzione) ma nel complesso è un ottimo romanzo.