domenica 29 aprile 2018

Il racconto dell'ancella

Titolo: Il racconto dell'ancella
Autrice: Margaret Atwood
Editore: Ponte alle Grazie - Salani
Anno: 1985 (edizione originale 2004)
Traduzione: Camillo Pennati
Curiosità: la serie televisiva The Handamaid's Tale che ne è stata tratta, con Elizabeth Moss già vista in Mad Men e Top of the Lake, è giunta alla seconda stagione
Stelle: 4 su 5
Pagine: 398
In due parole: gli USA sono diventati la Repubblica di Galaad, un regime autocratico che usa la bibbia per giustificare la repressione e per imprigionare le donne in ruoli ben definiti


In un futuro incerto, segnato dall'inquinamento e dal calo delle nascite, un colpo di stato porta all'instaurazione del Repubblica di Galaad, una teocrazia totalitaria che giustifica la propria esistenza proponendo una visione del mondo basata sulla letterale intepretazione dell'antico testamento. Le libertà civili sono pressoché abolite, oppositori e attivisti sono uccisi o comunque neutralizzati, nessuno è al sicuro, le donne in particolare sono ridotte a quattro ruoli: Mogli, Marte, Zie e Ancelle. Le Mogli sono esattamente quello che dice il nome, possono essere di rango più o meno elevato a seconda del potere e dell'incarico conferito al marito; le Marte sono governanti, cameriere, domestiche; le Zie sono una sorta di guardiane della morale; infine le Ancelle, giovani donne fertili il cui unico compito è farsi ingravidare dai Comandanti, partorire un figlio o una figlia da lasciare alle Mogli e passare in un'altra casa per ripetere il "miracolo". Tutto giustificato dai versetti della Bibbia in cui Rachele offre a Giacobbe la propria serva Bila affinché possa avere una discendenza.

Il romanzo è scritto in prima persona, scopriremo alla fine che si tratta della trascrizione delle memorie che Difred (il nome che gli è stato dato in quanto proprietà del comandante Fred) ha registrato su delle audiocassette. Racconto orale quindi in cui la voce narrante ripercorre i fatti che hanno portato all'instaurazione del nuovo regime, alla perdita della libertà sua e di altre milioni di donne, del tentativo di fuga, del marito e della figlia che le sono stati strappati, del percorso di rieducazione a cui è sottoposta, della sua non vita come Ancella, delle umiliazioni, della paura e anche della propria vigliaccheria e debolezza...

Atwood crea un universo inquietante in modo mirabile, senza lanciarsi in invenzioni straordinarie, si limita a raccogliere, sintetizzare e convogliare ideologie e visioni delle donne esclusivamente viste come fattrici e sottoposte all'uomo. Sulla scia di "1984" e di "Fahrenheit 451" il mondo di Difred non è poi così lontano dal nostro per questo risulta ancora più inquietante ed efficace, è questa la sua potenza e la sua attualità, oggi forse ancora più di ieri.