mercoledì 21 ottobre 2015

L'incanto del lotto 49

Titolo: L'incanto del lotto 49
Autore: Thomas Pynchon
Editore: E/O
Anno: 1995 (edizione originale 1966)
Traduzione: Liana Burgess
Stelle: 3,5 su 5
Pagine: 187
In due parole: un sistema postale alternativo... teoria del complotto, delirio psicotico, scherzo grandioso o che cosa?


Oedipa (ma come si pronuncerà un nome del genere?) alla morte del suo ex Pierce scopre di essere stata da lui nominata suo esecutore testamentario. Non sa bene cosa deve fare un esecutore testamentario ma comunque decide di farlo e si imbarca così in una strana avventura. Pierce aveva costruito una sorta di impero commerciale, con proprietà e partecipazioni un po' ovunque in California (o meglio in una porzione definita della California). Ben presto però Oedipa si trova alle prese con una serie di strani indizi, misteriosamente concatenati, che la portano a scoprire (o a teorizzare o a immaginare) l'esistenza di un sistema postale alternativo a quello ufficiale. Sistema che utilizza vagabondi e barboni come postini, strani francobolli all'apparenza normali ma sottilmente contraffatti per affrancare le buste e bidoni dei rifiuti come cassette postali. Oedipa però non è in grado di capire se davvero ha scoperto un complotto enorme le cui origini si perdono in Europa circa 400 anni prima, oppure è alla prese con un suo personale delirio psicotico e paranoico, o ancora è vittima di una allucinazione oppure di uno scherzo gigantesco. All'inizio la trama risulta un po' confusa, caotica e ridondante ma poi piano piano prende forma e diventa sempre più interessante e divertente, d'altronde quale luogo migliore della California degli anni '60 per rendere plausibile l'esistenza di sistemi alternativi e segretissimi? Gli indizi che Oedipa rintraccia possono essere veritieri, casuali o semplicemente inventati, ma tutti si legano tra loro in un arazzo formidabile, il finale è meravigliosamente aperto.