lunedì 13 giugno 2016

Cani neri

Titolo: Cani neri
Autore: Ian McEwan
Editore: Einaudi
Anno: 1993 (edizione originale 1992)
Traduzione: Susanna Basso
Stelle: 4 su 5
Pagine: 181
In due parole: un incontro fortuito trasforma radicalmente un matrimonio


 Nella primavera del 1946 June e Leonard partono in viaggio di nozze verso l'Italia e la Francia, hanno vissuto la guerra relativamente al sicuro ma l'oppressione e la tristezza di quegli anni gli fanno desiderare il sole e il caldo dell'Europa del sud. Entrambi iscritti al partito comunista, uniti dagli stessi ideali anche se con atteggiamenti esistenziali diametralmente opposti, cominceranno a dividersi proprio a causa di questo viaggio anche se non smetteranno mai di amarsi. L'aggressione da parte di due grossi cani neri inselvatichiti, dopo essere stati abbandonati dai nazisti nella regione della Causse, sarà per June l'inizio di un percorso esistenziale volto alla meditazione e alla scoperta del senso del sacro, percorso che la porterà ad allontanarsi da Leonard che invece continuerà il suo impegno politico da comunista prima e da laburista poi. Si amano e si ameranno e forse proprio per questo non riusciranno mai a perdonare all'altro/a la distanza che metteranno tra di loro. I cani neri incontrati da June non sono solo due randagi abbandonati e pericolosi, personificano in qualche modo l'orrore del XX secolo che, dopo la breve tregua tra la II guerra mondiale e la caduta del muro di Berlino, è pronto a ripresentarsi con la stessa crudezza impietosa della prima metà del secolo. La visione storica di McEwan è scettica, pessimista, è in fondo uno dei suoi temi ricorrenti insieme a quello della perdita e dell'infanzia, che qui ritroviamo nella condizione di orfano della narratore (marito della figlia dei due protagonisti).