lunedì 27 giugno 2016

Imprimatur

Titolo: Imprimatur
Autori: Rita Monaldi e Francesco Sorti
Editore: Baldini & Castoldi
Anno: 2015 (edizione originale 2002)
Curiosità: pubblicato la prima volta nel 2002 da Mondadori, nonostante il successo internazionale ne vennero stampate solo 3 edizioni, è stato ristampato solo nel 2015. Gli altri libri della coppia (Imprimatur fa parte di una trilogia) non sono mai stati pubblicati in Italia
Stelle: 4 su 5
Pagine: 598
In due parole: l'umile garzone di una locanda si ritrova in quarantena e al centro di un complicatissimo intrigo


Roma 1683: Vienna è sotto l'assedio dei Turchi, in tutta Europa incombe il pericolo della peste, papa Innocenzo XI mobilita la cristianità per difendere il cattolicesimo mentre Luigi XIV domina la scena politica e Guglielmo d'Orange si impegna con tutto se stesso nella conquista del trono inglese. Nella locanda del Donzello uno dei pigionanti muore in circostanze sospette, per paura della peste la locanda e i suoi inquilini sono rinchiusi in quarantena, tra gli ospiti l'abate Atto Melani (magnifico soprano in gioventù e ora ambivalente spia al soldo del regno di Francia) comincia una complicatissima indagine aiutato dal garzone della locanda, voce narrante delle complicatissime vicende di questo romanzo. Documentato in maniera ineccepibile, puntuale e preciso nei riferimenti storici, meravigliosamente machiavellico nell'intreccio, evocativo nel linguaggio, questo lungo romanzo è pieno di giochi letterari, riferimenti romanzeschi ed è anche appassionante e divertente, anzi direi intelligente. Più accessibile de Il nome della rosa di Umberto Eco e abissalmente migliore di quella cacata pazzesca che è Il codice Da Vinci di Dan Brown, giusto per fare due esempi del genere del thriller storico, per non parlare della Roma barocca magnifica, opulenta e già degradata che ci viene descritta.