sabato 25 febbraio 2017

La casa della moschea

Titolo: La casa della moschea
Autore: Kader Abdolah
Editore: Iperborea
Anno: 2008 (edizione originale 2005)
Traduzione: Elisabetta Svaluto Moreolo
Stelle: 5 su 5
Pagine: 463
In due parole: la storia di una famiglia, di una casa, di una città, di un intero popolo


Kader Abdolah riesce nella difficile impresa di raccontare l'universale attraverso il particolare. Qui l'universale è l'Iran e gli sconvolgimenti e cambiamenti portati dallo Scià Reza Pahlavi prima e dall'Ayotallah Khomeyni dopo, mentre il particolare è rappresentato dalla famiglia di Aga Jan, ricco mercante di tappeti persiani, capo del bazar di Senjan, signore della casa adiacente alla Moschea che la Moschea appunto gestisce tanto da far scegliere gli Imam e i Muezzin tra i propri familiari. Sia chiaro, la gestione della Moschea non è un affare di soldi ma di fede, Aga Jan è profondamente credente ma non certo fanatico. Se durante il regime di Reza Pahalavi la famiglia di Aga Jan aveva un suo equilibrio e un suo centro e la vita scorreva felice, mantenendo le proprie tradizioni persiane e islamiche senza che fosse costretta ad adottare una modernità dalla forte impronta occidentale; con Khomeyni questi equilibri, soprattutto i forti sentimenti di amore e accoglienza che la contraddistingueva, vengono meno e le tragedie saranno inevitabili e tremendamente dolorose. I protagonisti del romanzo non sono passivi di fronte ai cambiamenti, anzi ne sono spesso una forza attiva ma il più delle volte lo sono più per esserne stati trascinati, che per una specifica volontà di intervento. Alla fine nascerà un nuovo equilibrio ma ci sarà anche la morte, la distruzione e l'esilio. Romanzo familiare e corale ma anche popolare ed epocale, quello che Abdolah racconta è un Islam diverso da quello cosiddetto radicale, con cui il nostro occidente ha più i punti di contatto che di lontananza. Abdolah è un esule e nel romanzo troviamo quindi una forte componente autobiografica ma appunto non è solo il racconto della particolare situazione di un essere umano specifico, è invece la trasfigurazione del dolore che un intero popolo ha dovuto sopportare. Commovente.