giovedì 27 aprile 2017

I libri che contano

Il 24 aprile è morto Robert M. Pirsig, l'autore di uno dei miei libri preferiti: Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta. E' uno di quei libri che rileggo regolarmente e che ha rappresentato un punto di svolta la prima volta che mi capitò tra la mani. Benché fosse parecchio anziano, mi dispiace molto per la sua morte e voglio omaggiare l'autore ripubblicando questa mia vecchia recensione.



Lo Zen è uno di quei libri fondamentali che vi dovreste rammaricare di non aver letto e non ve ne dovreste mai dimenticare se lo avete fatto. Pubblicato nel 1974 è, come annota Pirsig stesso nella post-fazione scritta 10 anni dopo, un libro portatore di cultura: un libro cioè capace di far vedere dove eravamo e dove stavamo andando, un libro che oltrepassa i propri limiti e anche il proprio autore. Scritto perché era l'unica cosa che Pirsig poteva fare è - allo stesso tempo - un diario di viaggio, un manuale di consigli su come manutenere la motocicletta, una testimonianza sugli effetti irrimediabili dell'elettroshock, un racconto sul rapporto padre-figlio e un trattato di filosofia. Quali sono le strade migliori da percorrere quando non si ha fretta di arrivare? Come affrontare un guasto alla motocicletta senza sprofondare nella frustrazione? Come fare a rimettere insieme la propria personalità e la propria vita dopo una terapia a base di elettroshock, fatta con lo scopo dichiarato di distruggere la tua personalità e farne emergere un'altra, più consona all'idea di sanità mentale corrente? Come far capire ad un figlio che non lo si è dimenticato e che andrà tutto bene, anche se non mancheranno né dolore né delusione? Come far nascere una nuova visione del mondo, una nuova prospettiva filosofica, che superi la filosofia occidentale improntata sul dualismo (mente/corpo - ragione/sentimento eccetera) per una nuova sintesi che impari sì dalla filosofia orientale ma non che non si limiti a scimmiottarla... dentro questo libro meravigliosamente profondo e ramificato trovate tutto questo e forse qualcosa di più, qualcosa che avevate dentro e stava aspettando di essere tirato fuori. Rileggendolo mi sono chiesta se è ancora attuale? Se è ancora un libro portatore di cultura come lo è stato 40 anni fa, poi 30 anni fa, poi 20 anni fa... la mia personale conclusione è che sì, lo è ancora, certo in maniera diversa, il mondo è cambiato (se non tutto, certo quello a cui si rivolge il suo autore e cioè il nostro rapporto con la tecnologia) ed è cambiato anche per alcune delle cose che questo libro dice: ha fatto da catalizzatore, ha aiutato molti a focalizzare la propria attenzione su certi determinati aspetti, ha aiutato molti a capire come cambiare ma soprattutto li ha aiutati a capire che stavano cambiando. Il difficile delle rivoluzioni e riuscire ad accorgersi che sono iniziate più che a farle, questo è un libro che ci ha avvertito e preparato.

"Le strade migliori non collegano mai niente con nient'altro e c'è sempre un'altra che ti ci porta più in fretta." [pagina 16]

"Penso solo che la fuga dalla tecnologia e l'odio nei suoi confronti portino alla sconfitta. Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore. Pensare altrimenti equivale a sminuire il Buddha - il che equivale a sminuire se stessi." [pagina 28]

Titolo: Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta
Autore: Robert M. Pirsig
Editore: Adelphi
Anno: 1981 (edizione originale 1974)
Traduttore: Delfina Vezzoli
Stelle: 5 su 5
Pagine: 402
In due parole: un viaggio alla ricerca del Buddha che dimora in tutte le cose