martedì 10 ottobre 2017

Il male oscuro

Titolo: Il male oscuro
Autore: Giuseppe Berto
Editore: BUR
Anno: 1964
Stelle: 5 su 5
Pagine: 420
In due parole: confessione fiume di un nevrotico in terapia psicoanalitica


Questo magnifico romanzo, misteriosamente sconosciuto ai più, è credo uno dei più belli che abbia mai letto. Scritto in prima persona è appunto la confessione fiume di un uomo che, dopo la morte del padre, si trova a dover fare i conti con una serie di sintomi fisici e psichici sempre più preoccupanti, fino a che approda alla conclamata condizione di nevrotico con crisi di panico ricorrenti, da cui poi guarirà grazie alla psicoanalisi che lo aiuterà a fare luce dentro di sé. Il narratore ha un padre ingombrante ed è nato vicino a Venezia, è stato in collegio, ha fatto la guerra, ha rinunciato ad un posto di insegnante per tentare la fortuna a Roma dove avrebbe voluto fare lo scrittore, qui però si ritrova a scrivere sceneggiature per poter vivere. Ma questi sono i dettagli. Non che non contino nulla, anzi, ma quello che colpisce del romanzo di Berto è il perfetto controllo della trama, di una coerenza ammirevole, e la qualità orale del racconto che non viene mai meno. Si legge di un fiato, si sente anche l'urgenza con cui è stato scritto ma non è uno scritto di getto, ho l'impressione al contrario che sia stato visto e rivisto più volte per raggiungere il risultato finale. Inoltre, nonostante gliene capitino di tutti i colori, questo non è un romanzo deprimente tutt'altro. Berto è stato veramente in terapia per guarire dalla nevrosi che lo aveva colpito e quindi questo romanzo ha un forte nucleo autobiografico ma non è la sua storia, semmai è la storia della sua terapia.