sabato 4 novembre 2017

La Prigioniera

Titolo: La Prigioniera
Autore: Marcel Proust
Editore: Mondadori
Anno: 1989 (edizione originale 1923)
Traduzione: Giovanni Raponi
Curiosità: è il quinto volume della Recherce e il primo ad essere pubblicato postumo, Proust morì nel 1922
Stelle: 5 su 5
Pagine: 463
In due parole: continua la relazione con Albertine e il lancio di strali verso l'omosessualità


Dopo essere partiti da Balbec il narratore e Albertine vanno a vivere insieme a Parigi nella casa di lui, dove finalmente potrà esercitare un controllo ferreo su di lei e riuscire forse un giorno a sposarla oppure a lasciarla. L'amore che Proust mette in scena è un amore malato, fatto di gelosia, controllo, malcelato disprezzo... Albertine è di volta in volta incantevole, bugiarda, manipolatrice, bellissima, traditrice, dolcissima, talentuosa, intelligente, sciocca... la fa controllare a vista (non la pedina perché costretto a restare a casa per evitare ricadute del suo male, tranne una sola spettacolare volta) e non fa che rimuginare su quello che Albertine fa, pensa, sente, crede, è... Il narratore - qui per la prima volta Proust ipotizza che narratore e autore del libro sia la stessa persona, e lo fa con una ironia deliziosa - è a conti fatti uno stalker, Albertine è appunto una prigioniera e per renderle più sopportabile questa prigionia la circonda di lusso lamentandosi dei costi e aspettandosi gratitudine eterna. La vuole quando lei sembra non appartenergli, non la vuole quando si sente sicuro dei suoi sentimenti e della sua obbedienza. Da un certo punto di vista questo romanzo è il manuale perfetto per definire sentimenti e comportamenti degli uomini che amano/odiano le donne. Molte pagine sono dedicate all'omosessualità: ridicola e tronfia quella maschile; scandalosa e celata quella femminile. Il racconto della serata musicale organizzata da il Barone di Guermantes a casa di Madame Verdurin è un capolavoro: la messinscena delle dinamiche dell'alta borghesia e dell'alta nobiltà francese, la descrizione dei personaggi e dei rapporti tra di essi, gli odi  e le gelosie ma anche gli slanci di generosità, il gusto per la musica... Così come sono bellissime le pagine dedicate a Thomas Hardy,, a Stendhal e a Dostoevskij. E' un libro magnifico davvero.