martedì 29 settembre 2015

Le intermittenze della morte

Titolo: Le intermittenze della morte
Autore: José Saramago
Editore: Einaudi
Anno: 2005 (edizione originale 2005)
Traduzione: Rita Desti
Stelle: 5 su 5
Pagine: 205
In due parole: la morte interrompe il suo lavoro, succede di tutto, riprende a farlo e succede l'impensabile

La morte - non la Morte ma una delle tante morti che ci sono - decide di interrompere il proprio millenario lavoro, l'interruzione riguarda solo ed esclusivamente gli esseri umani di una non meglio determinata nazione; gli altri essere viventi e gli esseri umani delle altre nazioni continuano infatti a morire tranquillamente o quasi. Non si tratta però della tanto auspicata immortalità, chi infatti giunto o giunta alla sua fatidica ora non trova la morte a chiudere definitivamente il suo ciclo, entra in una condizione di limbo, non vive, non muore, non guarisce, semplicemente resta. L'interruzione della morte comporta la nascita di enormi problemi che Saramago individua e analizza con ironia e sarcasmo, tutto in fondo si può risolvere, attraverso una attenta burocratizzazione e organizzazione, anche oltre la legalità. Il romanzo però comincia veramente quando la morte decide di interrompere la sua interruzione e riprende il suo lavoro, aggiungendo la cortesia di avvisare con una settimana di anticipo chi dovrà trapassare, la qualcosa ovviamente causa altri problemi ancora. La morte avvisa inviando tramite il servizio postale una semplice lettera viola, ma una busta continua a tornare indietro e costringerà questa specifica morte ad indagare sui motivi per cui l'anonimo violoncellista a cui è destinata non riesce a riceverla. La morte dovrà quindi indagare e l'indagine la farà perdere.. o ritrovarsi come preferisco pensare io.