mercoledì 7 settembre 2016

I viaggi di Gulliver

Titolo: I viaggi di Gulliver
Autore: Jonathan Swift
Editore: Mondadori
Anno: 1982 (edizione originale 1726)
Traduzione: Carlo Formichi (riveduta da Ermanno Krumm e Mariarosa Mancuso)
Stelle: 4 su 5
Pagine: 361
In due parole: dai Lillipuziani fino ai saggi Houyhnhnm passando per popoli giganti, isole volanti e negromanti 


Dire la propria su un classico è sempre difficile, dire qualcosa su I viaggi di Gulliver ancora di più, visto che dal suo libro abbiamo tratto e usiamo svariate parole, prima fra tutte proprio lillipuziano per indicare qualcosa di estremamente piccolo. La storia è nota, Gulliver è un medico di bordo prima e capitano poi, che nel corso di naufragi e ammutinamenti si ritrova gigante a Lilliput, minuscolo a Brobdingnag, in volo su di un'isola a Laputa, a colloquio con scienziati e negromanti, passa per il Giappone fino ad approdare nel saggio mondo dei cavalli Houyhnhnm. Intervallando tra un viaggio e l'altro brevi soggiorni nella natia Inghilterra, Gulliver è un viaggiatore infaticabile anche se a volte sembra un po' ottuso. L'incontro con i cavalli saggi lo segnerà per sempre e, una volta tornato a casa, farà fatica a riabituarsi alla barbarie degli esseri umani. Raccontando le sue impressioni e gli strani popoli che incontra Swift fa una satira feroce dell'Inghilterra del suo tempo, attirandosi infatti non pochi guai, e anche se un buon apparato di note rende alcuni riferimenti più chiari a noi lettori moderni, in generale le avventure patite da Gulliver riescono divertenti anche dopo quasi 3 secoli.