mercoledì 19 ottobre 2016

Dio di illusioni

Titolo: Dio di illusioni
Autrice: Donna Tart
Editore: Rizzoli
Anno: 2003 (edizione originale 1992)
Traduzione: Idolina Landolfi
Stelle: 4 su 5
Pagine: 622
In due parole: un docente carismatico ma distante e un gruppo di ragazzi che cerca di incarnare gli ideali da lui descritti, un gioco pericoloso e un destino inesorabile


Richard è un ragazzo californiano che si trasferisce nel Vermont per frequentare il college. Lì conosce e ne rimane affascinato Julian - professore di lingue classiche ed erudito raffinato - e il suo piccolo gruppo di studenti. Entra a farne a parte un po' per caso e un po' per sfida e si ritrova immerso in una atmosfera affascinante e sottilmente delirante. Julian è si il loro mentore ma un mentore che li tiene a distanza, quando con la guida di Henry decidono di provare a praticare i riti dionisiaci, quello che sembrava un gioco si trasforma in una faccenda molto seria che li porterà a fare delle cose terribili e a perdere se stessi. L'unico che in qualche modo non si perderà del tutto sarà proprio Richard, forse perché non partecipa direttamente alla ricostruzione del rito... Storia ben congegnata e ben scritta di amicizia, odio, amore e complicità quello che forse più colpisce del libro è la sua struttura da tragedia classica. Julian è l'ispiratore delle azioni dei ragazzi ma resta sempre sullo sfondo, una sorta di deus ex machina sui generis che invece di portare soluzioni porta complicazioni, come un Dio poi non partecipa direttamente allo svolgersi degli eventi. Le azioni compiute dai ragazzi hanno l'inesorabilità del fato, del destino, mai nemmeno una volta nella lettura viene da pensare che si sarebbero potuti comportare in altro modo, la loro strada è in qualche modo segnata. Ultima notazione, Donna Tart è riuscita ad evitare ogni giudizio morale, il che visto il tema è piuttosto notevole.