martedì 11 ottobre 2016

La morte del padre

Titolo: La morte del padre
Autore: Karl Over Knausgård
Editore: Feltrinelli
Anno: 2014 (edizione originale 2009)
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Stelle: 4 su 5
Pagine: 505
In due parole: flusso di coscienza sull'infanzia, l'adolescenza, padri, figli, morte e scrittura

E' il primo volume del ciclo La mia lotta, composto da sei romanzi pubblicati tra il 2009 e il 2011 e caso editoriale in Norvegia. In La morte del padre Knausgård racconta e confessa tutto quello che nel corso degli anni ha provato nei confronti del padre certo, ma anche di sé stesso, della sua famiglia, degli amici, della scuola, dell'infanzia, delle mogli e delle figlie e altro ancora. Il richiamo a la Recherche di Proust è ovvio, come Proust anche Knausgård trova la soluzione alla propria difficoltà di scrittura nell'affrontare di petto tutto quello che ha fatto e fa di lui uno scrittore (comprese le proprie ambizioni). Non ho letto Proust quindi non vado oltre nel paragone e torno al romanzo in questione. Malgrado qualche lungaggine è un romanzo potente, Knausgård non pone barriere ed esprime i suoi sentimenti con una schiettezza disarmante. E' anche una riflessione sulla scrittura e sulle motivazioni che lo hanno portato a diventare romanziere. Ma è anche completamente destrutturato, tutto quello che ho detto lo troverete amalgamato insieme, l'impressione è che questo ciclo (mi baso sull'impressione avuta dal primo volume ma penso valga anche per gli altri), appunto l'impressione è che Knausgård abbia usato la scrittura per una seduta di autoanalisi molto profonda e anche molto dolorosa, il risultato è una presa di coscienza totale di sé stesso e un romanzo che, certo, deve aver addolorato alcune delle persone di cui parla.