lunedì 24 maggio 2021

Negro ebreo comunista

Titolo: Negro ebreo comunista
Autore: Mauro Valeri
Editore: Odradek
Anno: 2010
Stelle: 3 su 5
Pagine: 292
In due parole: la storia di Alessandro Sinigaglia e della sua militanza comunista dall'Italia alla Spagna passando per la Russia

Alessandro Sinigaglia è nato a Fiesole, vicino Firenze nel 1902, suo padre è un italiano di religione ebraica (anche se non praticante), la madre è un'afroamericana arrivata in Italia come cameriera al seguito di una ricca famiglia statunitense, proprio nella villa affittata da questi si conoscono e decidono di sposarsi. Diventato comunista con l'avvento del regime fascista, dopo un periodo di militanza clandestina, è costretto a fuggire in Unione Sovietica dove si forma politicamente, combatte in Spagna, ripara in Francia da dove viene espatriato e inviato al confino di Ventotene, tornato libero alla caduta di Mussolini torna a Firenze da partigiano e lì viene ucciso dai fascisti nel 1944. 

Il libro ne racconta la storia, sicuramente interessante, ma in maniera un po' discontinua e superficiale. Valeri mescola la cronaca storicistica alle sue personali impressioni sui sentimenti e pensieri di Sinigaglia e il discorso nel suo complesso purtroppo si indebolisce. Sinigaglia riassumeva in sé tre caratteristiche che ai tempi lo rendevano certamente un perseguitato, ma il modo in cui queste particolarità vengono trattate è piuttosto superficiale. Mi ha lasciato perplessa l'uso del termine negro ad ogni più sospinto, se ha la sua ragione d'essere nel titolo proprio perché indicante una delle tre "alterità" di Sinigaglia, ha molto meno senso usarla nel testo specie quando non è all'interno di citazioni. Detto questo il libro ha comunque il merito di far conoscere la figura straordinaria di un uomo molto coraggioso e idealista.