martedì 10 gennaio 2017

Il prete bello


Titolo: Il prete bello
Autore: Goffredo Parise
Editore: Garzanti
Anno: 1954
Stelle: 5 su 5
Pagine: 251
In due parole: il microcosmo del cortile di un vecchio palazzo in una cittadina della provincia veneta, ruota intorno ad un prete giovane e bello


Recensire un classico non è mai facile, si rischia di dire banalità e cose già dette, io comunque ci provo. La voce narrante di questo breve romanzo è Sergio, un ragazzino di 11 anni che già conosce stenti e privazioni anche se, per fortuna, non la mancanza di affetto. Ci narra Sergio del piccolo mondo racchiuso dalla corte del palazzo in cui abita: la padrona, le vecchie zitelle, le famiglie di vario genere, la nuova arrivata, il suo amico Cena e gli altri ragazzini che con loro condividono la fame e le piccole ruberie a cui sono costretti per riuscire a placarla, almeno per poco. Siamo in epoca fascista, Mussolini è un eroe e Matteotti è rimpianto solo dai socialisti. In questo microcosmo fa un giorno il suo ingresso Don Gastone, prete bello, virile e fascista che lo prende a benvolere. Don Gastone scatena una ridda di passioni e Sergio insieme a Cena ce le testimonia nelle loro evoluzioni e nei rivolgimenti di sentimenti che gli abitanti del palazzo (in particolare le innumerevoli signorine che lo popolano) provano verso il bel sacerdote, che di poco si accorge a dire il vero o che forse preferisce fare finta di non capire. In alcuni punti sinceramente spassoso, riesce a commuovere senza pietismi né moralismi e la storia di Sergio e della sua famiglia, di Cena, di Don Gastone, di Fedora, delle zitelle, del Cavaliere con le sue figlie è autentica, niente sembra inventato o esagerato. Lo stile è agile, veloce ma non superficiale, per dirla con Emilio Cecchi scorre nel libro "una vena di angosciosa poesia". Se non lo avete già fatto leggetelo.