venerdì 28 luglio 2017

Dalla parte di Guermantes

Titolo: Dalla parte di Guermantes
Autore: Marcel Proust
Editore: Mondadori
Anno: 1986 (edizione originale 1920)
Traduzione: Giovanni Raboni
Stelle: 5 su 5
Pagine: 735
In due parole: l'entrata definitiva nell'alta società, il posso e quindi voglio anche se in fondo non ne vale la pena


Ritroviamo il nostro narratore ormai nella prima giovinezza, non ama più Albertine ma la Duchessa di Guermantes che nel frattempo è diventata la sua affittuaria e che - naturalmente - non sembra filarselo molto anzi ne sembra infastidita finché non cambia miracolosamente idea (probabilmente perché lo incontra da sua zia Madame de Villeparisis) e lo accoglie nel suo ambitissimo salotto. Prima di questo però il narratore fa in tempo ad andare a trovare Saint-Loup nella città in cui è di stanza la sua guarnigione, a disamorarsi della Duchessa (senza che si innamori di un'altra ancora ma riprendendo invece la liason con Albertine) e purtroppo a veder morire la sua amatissima nonna. Ci sono un sacco di altri personaggi ma sarebbe lunga da raccontare, non si può ignorare però la riapparizione di Swann gravemente malato.
Siamo alla fine del secolo, intorno al 1898 in pieno affare Dreyfuss che infatti torna spesso nelle pagine del libro e a cui Proust non era certo indifferente, figura infatti tra i firmatari dell'appello di sostegno a Zola e al suo J'accuse.
Fin qui la trama a grandi linee ma questo terzo volume è sorprendente non tanto per l'intreccio, quanto per la forza e la vivacità con cui Proust rievoca quegli anni ormai passati. Ora che il narratore può vedere da vicino gli esseri umani che vivono nella case del Faubourg Saint-Germain - esseri che aveva mitizzato sognandone le nobili origini e il loro appartenere alla storia di Francia e non solo - si accorge di quanto siano normali e a volte francamente sciocchi e imbecilli. Anche quelli che ammira, soprattutto quelli che ammira di più. E' in questa pagine che Proust da il meglio di sé, nell'elencarne abitudini e interessi (soprattutto la genealogia off course) li prende implacabilmente e ferocemente in giro, nonostante tutto però il narratore non può fare a meno di frequentarli e di desiderare di continuare a farlo.