lunedì 22 marzo 2021

Fine

Titolo: Fine
Autore: Karl Ove Knausgård
Editore: Feltrinelli
Anno: 2020 (edizione originale 2011)
Traduzione: Margherità Podestà Heir
Curiosità: vi segnalo il video della traduttrice che parla del suo lavoro
Stelle: 4 su 5
Pagine: 1.270
In due parole: l'ultimo atto di un'opera monumentale a metà tra memoir e saggio

E' il sesto e ultimo volume di una impresa monumentale, Knausgård ci ha raccontato la morte del padre, la sua infanzia, il trasferimento dalla Norvegia alla Svezia e il suo amore per la seconda moglie e le figlie avute da lei, la prima giovinezza, l'adolescenza e la scoperta della propria vocazione letteraria. In questo ultimo volume racconta le reazioni della sua famiglia, dei suoi amici, dei colleghi, della stampa eccetera all'uscita del suo primo volume, in cui racconta la morte di suo padre, pubblicato mentre ancora stava rivedendo i due volumi successivi. In particolare il contrasto con lo zio, il fratello del padre, che lo fa vacillare nella sua decisione di esporsi così totalmente nei libri, perché si rende effettivamente che le persone di cui parla nei libri, potrebbero aver avuto una percezione dei fatti di cui racconta completamente diversa. Al centro del libro si legge una lunghissima disgressione sulla giovinezza di Adolf Hitler e di come abbia elaborato la sua ideologia distruttrice, una disgressione eccessivamente lunga per certi versi, anche se in alcuni passaggi è molto interessante e brillante. Mi ha stupito il pochissimo spazio dato alla strage di Utoya, specie in un libro in cui si parla del fondatore del nazismo visto che l'attentatore si è ispirato a ideologie di estrema destra. Dopo questa parte saggistica per così dire, Knausgård torna al racconto della sua vita: le difficoltà a conciliare il lavoro di scrittore con le esigenze della famiglia, i contrasti con la moglie e la terribile depressione di lei. Descrive il proprio senso di inadeguatezza, di irritazione, di rabbia ma anche l'amore per la moglie e la struggente dedizione per le figlie e il figlio, è sincero ma sa di non poter essere esaustivo tantomeno obiettivo. Un'opera interessante anche se impegnativa.