domenica 4 aprile 2021

Il pane perduto

Titolo: Il pane perduto
Autrice: Edith Bruck
Editore: La nave di Teseo
Anno: 2021
Curiosità: candidato Premio Strega 2021
Stelle: 3,5 su 5
Pagine: 126
In due parole: dalla serenità dell'infanzia fino all'oscurità della deportazione e il lento e inesorabile ritorno alla vita

Edith Bruck racconta la sua vita a cominciare dall'infanzia (raccontata in terza persona), un'infanzia tutto sommato serena che viene spezzata dall'inizio delle persecuzioni (con il trasferimento nel ghetto Bruck passa alla prima persona, a simboleggiare la cesura tra prima e dopo). A 13 anni viene prima confinata nel ghetto insieme alla sua famiglia, poi trasferita nei campi dove riesce a sopravvivere insieme alla sorella ai trasferimenti e alle marce forzate. Il ritorno in Ungheria la fa sentire estranea alla sua stessa famiglia, che non aveva sperimentato l'abisso dei campi, tenta di rifarsi una vita in Palestina (che da lì a poco diventerà Israele) ma anche qui si sente estranea e diversa, decide di partire con una compagnia di balletto ed approda in Italia, dove trova finalmente la pace, un lavoro, un amore e una vita in cui testimonierà con abnegazione la Shoah. Il libro nasce da un impulso profondo, la maculopatia sta togliendo la vista a Bruck e insieme alla vista teme di perdere i propri ricordi, attraverso la memoria si riappropria della propria storia e identità, con una scrittura semplice e distaccata (l'italiano per Bruck è una seconda lingua) riesce comunque a trasmettere l'eccezionalità della propria esperienza.